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Scuole d'infanzia comunali, 54 bidelle in bilico dopo 15 anni di precariato. Sullo sfondo la figura di Maffei  L'INCHIESTA

L'appalto affidato alla cooperativa del padre di un consigliere comunale

Da qualche anno a questa parte, per poter lavorare all'interno delle scuole d'infanzia del Comune di Foggia occorre rivolgersi a un'unica persona: Ludovico Maffei, padre del consigliere comunale Danilo Maffei. A lui e alle sue insindacabili scelte è legato il miraggio di ottenere un contratto all'interno delle strutture scolastiche. Una schiera di oltre 50 donne foggiane è costretta anno dopo anno e qualche volta mese dopo mese, a rivolgersi a lui per 'elemosinare' l'assunzione, con naturale malumore tra le escluse. La vicenda, già paradossale di per sé, rischia di trasformarsi anche in una bomba sociale. Se, infatti, sino ai giorni attuali l'equilibrio ha retto nel silenzio generale, con le difficoltà economiche inasprite dall'emergenza coronavirus, la protesta di tante giovani e meno giovani donne, precarie da una vita, è pronta a scoppiare. È anche per questo, probabilmente. che il nuovo segretario comunale, Gianluigi Caso, ha voluto vederci chiaro.

L'APPALTO. Per comprendere meglio come si è giunti all'attuale situazione, occorre riavvolgere il filo della vicenda. Al Comune di Foggia da oltre 15 anni avviene questo. Poichè il numero del personale ausiliario in organico negli asili nido e nelle scuole materne comunali è storicamente esiguo e insufficiente, si affida il reclutamento dei bidelli a soggetti terzi. Il tutto con semplice appalto di servizi. Negli anni si sono avvicendate la Cooperativa San Francesco e il Consorzio Terra di Capitanata. L'ultimo affidamento, invece, è avvenuto nel 2017 ed è stato assegnato alla cooperativa Astra per un periodo di tre anni e un importo totale di quasi 1,5 milioni di euro. Ludovico Maffei è il presidente della cooperativa Astra. Una società a gestione familiare nella quale tra i soci figurano anche la moglie del presidente e il figlio Danilo.

LA PLATEA DI SIGNORE. L'appalto comunale del 2017 prevede(va) la 'fornitura' di 27 bidelli in 11 scuole d'infanzia comunali frequentate da circa mille alunni. Ma, per assicurare la sostituzione in caso di ferie, malattie, infortuni, è stato da sempre interessato un numero di persone più elevato sino a costituire una platea consolidata, costituita interamente da donne, da cui l'imprenditore Maffei ha attinto e attinge per la copertura del servizio. Attualmente si tratta di 54 bidelle, giusto il doppio dei posti ufficiali disponibili. Nella scelta, tuttavia, come hanno raccontato diverse di loro a Foggia Città Aperta “sono privilegiate sempre le stesse”, le quali si assicurano l'assunzione a 30 ore settimanali. Per le altre non resta che telefonare periodicamente il presidente per sperare nelle sostituzioni. Le donne, già stanche ed amareggiate, sono ormai esasperate anche perchè, nel frattempo, ad aggravare la situazione è giunta la pandemia che, nel marzo scorso, con la chiusura delle scuole, ha bloccato l'appalto. Il servizio è ripreso con una proroga di tre mesi a settembre, utilizzando le economie del precedente bando ed è stato recentemente prorogato per altri tre mesi fino al 28 febbraio 2021 per un importo ulteriore di 150mila euro. L'andazzo però è rimasto lo stesso, tra tentativi di accordi con il sindacato e consuete processioni telefoniche al presidente. Qualcuna delle interessate è riuscita a strappare un contratto da 15 ore, circa 350 euro mensili. Ma i tempi bui hanno reso le risposte del presidente scortesi e autoritarie.

IL SEGRETARIO GENERALE BLOCCA. A tentare di porre ordine a questa situazione a dir poco imbarazzante è ora il segretario generale del Comune di Foggia, Gianluigi Caso che ha subito compreso la necessità di vederci chiaro nella vicenda. Sulla carta il servizio è stato gestito come un semplice appalto, di fatto si è trattato di un'intermediazione nella fornitura di lavoro. Il sentore di una procedura irregolare è più di una semplice ipotesi. In una nota scritta, il segretario generale ha messo nero su bianco il proprio parere secondo il quale il caso deve essere trattato come una somministrazione di lavoro. Si tratta di una procedura più rigida che assicura tutte le cautele dovute, prevista dalla legge proprio per evitare l'intermediazione illecita di lavoro. Motivo per cui il bando per il rinnovo triennale del servizio dal 2020 – 2023, già pronto a febbraio e tra l'altro per un importo aumentato a 1,8milioni di euro nonostante meno scuole (10 invece che 11) e meno alunni (800 anziché 1000), è stato bloccato in attesa di riscriverlo.

I VOTI. Del resto, come già raccontato, la gestione attuale aveva creato 'centri di potere' sconvenienti. Un'inopportunità amplificatasi dal 2019, da quando cioè il figlio del presidente della cooperativa Astra, Danilo Maffei, si è candidato al consiglio comunale riuscendo peraltro a ottenere l'elezione. Tra le donne sempre in bilico tra un'assunzione e un'esclusione, non è mancata chi pur di rientrare tra le prescelte del padre Ludovico, presidente della cooperativa appaltante il servizio, ha invitato amici e parenti a votare per il figlio neopolitico che, poi, alle ultime elezioni comunali del 2019 sorprese tutti con 913 preferenze, risultando il più giovane eletto del Consiglio comunale foggiano. Gli approfondimenti giuridici del Segretario Generale, insomma, proprio per evitare qualsiasi possibile conflitto di interessi, appaiono dovuti. Ad andarci di mezzo, tuttavia, sono le 54 bidelle il cui futuro a oggi appare ancora più incerto. Nonostante anni di servizio e professionalità spese all'interno di strutture pubbliche comunali.

di Michele Gramazio


 COMMENTI
  • Paolo Pinto

    06/12/2020 ore 00:14:37

    bravissimo Michele, una vera inchiesta giornalistica. così si spiegano quasi 1000 preferenze
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