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Se Freud crede più alla parola di un matto, che a quella di Dio...

Tanti applausi per “Il Visitatore” di Haber e Boni

Il Visitatore, opera straordinaria di Eric-Emmanuel Schmitt, all'epoca della stesura giovane professore di filosofia, è la prima rappresentazione della stagione dal titolo “Sognando l'America io resto qua”, in scena il 3 e 4 dicembre al Teatro del Fuoco di Foggia e inserita nel cartellone della compagnia Cerchio di Gesso. Una prova di dialettica pura, filosofica e religiosa, alla maniera antica ma con i ritmi e le frizioni della contemporaneità. Nei panni del grande scienziato ebreo (anche se non è mai entrato in una Sinagoga, come dice in una battuta dello spettacolo) l'esperto Alessandro Haber. Con lui, un sorprendente Alessio Boni, ad interpretare proprio “il visitatore”: uomo piombato dal nulla nello studio di Freud e confuso, per tutta la durata dello spettacolo – che è una notte – con un fuggiasco mitomane ricercato dalla Gestapo, un po' matto, un po' Dio. Oltre ai due attori protagonisti, ottimi in scena anche Francesco Bonomo e Nicoletta Robello Bracciforti, rispettivamente nei panni di un caporale della Gestapo e della figlia (deportata per una sola notte) dell'illustre scopritore della psicoanalisi. Accurata la regia di Valerio Binasco.
 
La straordinaria opera di Eric-Emmanuel Schmitt, all'epoca della stesura giovane professore di filosofia, è la prima rappresentazione della stagione dal titolo “Sognando l'America io resto qua”, in scena il 3 e 4 dicembre al Teatro del Fuoco di Foggia e inserita nel cartellone della compagnia Cerchio di Gesso. Una prova di dialettica pura, filosofica e religiosa, alla maniera antica ma con i ritmi e le frizioni della contemporaneità. Nei panni del grande scienziato ebreo (anche se non è mai entrato in una Sinagoga, come dice in una battuta dello spettacolo) l'esperto Alessandro Haber. Con lui, un sorprendente Alessio Boni, ad interpretare proprio “il visitatore”: uomo piombato dal nulla nello studio di Freud e confuso, per tutta la durata dello spettacolo – che è una notte – con un fuggiasco mitomane ricercato dalla Gestapo, un po' matto, un po' Dio. Oltre ai due attori protagonisti, ottimi in scena anche Francesco Bonomo e Nicoletta Robello Bracciforti, rispettivamente nei panni di un caporale della Gestapo e della figlia (deportata per una sola notte) dell'illustre scopritore della psicoanalisi. Accurata la regia di Valerio Binasco. Nel video, la recensione dello spettacolo.

di Redazione 


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