Ci sono volute ben due denunce per due gravi aggressioni, e diversi episodi di minacce verbali e telefoniche, perché Pasquale Frasca, 22enne cerignolano, fosse alla fine tratto in arresto con l'accusa di stalking (riduttiva rispetto ai reati realmente commessi dall'uomo) nei confronti di una donna 11 anni più grande di lui (e madre di due figli di 4 e 7 anni) con cui il giovane aveva intrattenuto una relazione sentimentale durata 4 anni.
Una persecuzione violenta iniziata a novembre del 2012, quando la donna aveva deciso di interrompere definitivamente la sua storia con il Frasca, a causa del carattere irascibile e aggressivo dell'uomo e della differenza di età.
Così per la donna è iniziato un incubo lungo 6 mesi, che avrebbe potuto essere interrotto molto prima, sussistendo tutti gli elementi perché l'uomo non reiterasse il suo reo comportamento.
A novembre dello scorso anno, a seguito dell'interruzione della relazione, il Frasca si reca presso l'appartamento della donna, suona più volte al citofono, sveglia e impaurisce i figli piccoli della donna, vuole entrare nell'abitazione, riceve il diniego della donna, così le distrugge lo stendipanni. La donna non lo denuncia perché non vuole fargli del male.
A dicembre accade l'episodio più grave: l'uomo si reca nuovamente a casa della donna, pretende di ricominciare la relazione, al nuovo diniego, colpisce la donna con uno schiaffo violento che la fa rovinare a terra procurandole una lesione del timpano, per cui la donna dovrà ricorrere ad un delicato intervento chirurgico per evitare di perdere l'udito all'orecchio destro. A quel punto la donna si decide a denunciare il Frasca. Che comunque, inspiegabilmente, resta a piede libero, e continuerà nei mesi successivi a perseguitarla.
Prima di quest'episodio, e in assenza di una denuncia formale, il Frasca era stato più volte diffidato dalle forze dell'ordine ad assumere un atteggiamento più consono e non avvicinarsi alla donna.
Ma come detto, anche dopo la prima denuncia il Frasca resta a piede libero. Così dopo un periodo di apparente calma il 22enne aggredisce nuovamente con schiaffi e pugni la donna, questa volta all'uscita di scuola del figlio maggiore di lei, alla presenza di quest'ultimo e di altre persone giunte a prelevare i figli alla fine delle lezioni.
Scatta la nuova denuncia della donna, ma il Frasca resta ancora una volta in libertà. A questo punto, in attesa di una idonea misura cautelare nei confronti del Frasca e visto il frequente reiterarsi degli episodi di violenza e persecuzione, le forze, dopo aver nuovamente diffidato l'uomo ad avvicinarsi alla donna, organizzano un servizio di vigilanza nei pressi dell'abitazione di quest'ultima e nei luoghi da lei frequentati.
Due giorni fa l'epilogo: Pasquale Frasca raggiunge nuovamente la donna all'uscita di scuola del figlio, inveisce contro di lei, la minaccia di non riconciliarsi con il marito, cosa che la donna stava effettivamente cercando di fare, altrimenti le avrebbe reso la vita impossibile.
E qui un altro grave episodio di civiltà: alle minacce del Frasca la donna si rifugia in un bar ma viene subito allontanata dal gestore dell'esercizio che le adduce la motivazione di non volere "rogne".
La donna riesce fortunatamente a chiamare il 113, il Frasca intuendo l'arrivo delle forza dell'ordine si allontana, ma viene subito "acciuffato". E così viene finalmente tratto in arresto, considerando la reiterazione delle sue condotte.
Alcune domande vengono a porsi, alla fine di tutto questo, e alla luce dei numerosissimi casi simili che ultimamente e quotidianamente affollano le cronache nere: quanta violenza deve subire una donna, in Italia, prima di ricevere protezione e giustizia? Può bastare una semplice accusa di stalking alla luce di tanta violenza?
Ci sono volute ben due denunce per due gravi aggressioni, diversi episodi di minacce verbali e telefoniche e diverse diffide, perché Pasquale Frasca, 22enne cerignolano, fosse alla fine tratto in arresto con l'accusa di stalking nei confronti di una donna di 11 anni più grande di lui (e madre di due figli di 4 e 7 anni) con cui il giovane aveva intrattenuto una relazione sentimentale durata 4 anni.
LA PRIMA DENUNCIA. Una persecuzione violenta iniziata a novembre del 2012, quando la donna aveva deciso di interrompere definitivamente la sua storia con il Frasca, a causa del carattere irascibile e aggressivo dell'uomo e della differenza di età.
Così per la donna è iniziato un incubo lungo 6 mesi, che avrebbe potuto essere interrotto molto prima, sussistendo tutti gli elementi perché l'uomo non reiterasse il suo reo comportamento.
A novembre dello scorso anno, a seguito dell'interruzione della relazione, il Frasca si reca presso l'appartamento della donna, suona più volte al citofono, sveglia e impaurisce i figli piccoli della donna, vuole entrare nell'abitazione, riceve il diniego della donna, così le distrugge lo stendipanni. La donna non lo denuncia perché non vuole fargli del male.
A dicembre accade l'episodio più grave: l'uomo si reca nuovamente a casa della donna, pretende di ricominciare la relazione, al nuovo diniego, colpisce la donna con uno schiaffo violento che la fa rovinare a terra procurandole una lesione del timpano, per cui la donna dovrà ricorrere ad un delicato intervento chirurgico per evitare di perdere l'udito all'orecchio destro. A quel punto la donna si decide a denunciare il Frasca. Che comunque, inspiegabilmente, resta a piede libero, e continuerà nei mesi successivi ad aggredirla e a perseguitarla.
Prima di quest'episodio, e in assenza di una denuncia formale, il Frasca era stato più volte diffidato dalle forze dell'ordine ad assumere un atteggiamento più consono e non avvicinarsi alla donna.
Ma, come detto, anche dopo la prima denuncia il Frasca resta a piede libero.
LA SECONDA DENUNCIA. Così, dopo un periodo di calma apparente, il 22enne aggredisce nuovamente con schiaffi e pugni la donna, questa volta all'uscita di scuola del figlio maggiore di lei, alla presenza del bambino e di altre persone giunte a prelevare i figli alla fine delle lezioni. Scatta la nuova denuncia della donna, ma il Frasca resta ancora una volta in libertà. A questo punto, in attesa di una idonea misura cautelare nei confronti del Frasca e visto il frequente reiterarsi degli episodi di violenza e persecuzione, le forze dell'ordine, dopo aver nuovamente diffidato l'uomo ad avvicinarsi alla donna, organizzano un servizio di vigilanza nei pressi dell'abitazione di quest'ultima e nei luoghi da lei frequentati.
L'ARRESTO. Due giorni fa l'epilogo di questa triste storia: Pasquale Frasca raggiunge nuovamente la donna all'uscita di scuola del figlio, inveisce contro di lei, la minaccia di non riconciliarsi con il marito, cosa che la donna stava effettivamente cercando di fare, altrimenti le avrebbe reso la vita impossibile.
E qui un altro grave episodio di inciviltà: alle minacce del Frasca la donna si rifugia in un bar ma viene subito allontanata dal gestore dell'esercizio, il quale adduce la motivazione di non volere "rogne".
La donna riesce fortunatamente a chiamare il 113, il Frasca intuendo l'arrivo delle forza dell'ordine si allontana, ma viene subito "acciuffato". E così, considerando la reiterazione delle sue condotte, viene finalmente tratto in arresto.
QUALE PROTEZIONE E GIUSTIZIA PER LE DONNE? Alcune domande vengono a porsi, riflettendo su tutto questo, e alla luce dei numerosissimi casi simili che ultimamente e quotidianamente affollano le cronache nere: quanta violenza deve subire una donna, in Italia, prima di ricevere protezione e giustizia? Può bastare una semplice accusa di stalking dopo tanta violenza?
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