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Selenia Accettulli, in missione in Africa con il cuore dei foggiani: “In questa città c’è la bellezza di chi sa fare del bene” / L’INTERVISTA

In missione in Africa, con il cuore dei foggiani. Sta per partire per la Guinea Bissau Selenia Accettulli, Ostetrica foggiana e volontaria dei Missionari di Bigene. L’associazione in Africa aiuta le popolazioni locali con tanti progetti umanitari come costruire pozzi, garantire un pasto ai 350 bambini di scuola e asilo della missione, comprare latte e riso per il centro nutrizionale. Tra pochi giorni ci sarà anche lei lì, per formare il personale sanitario locale e seguire il consultorio, occupandosi di salute femminile, oltre a coccolare e aiutare i bambini dei villaggi.
 
Selenia, quando partirai per questa missione?

Mancano pochi giorni alla mia partenza per la Guinea Bissau per quella che sarà la mia terza missione umanitaria. Sono una volontaria dell’associazione foggiana Missionari di Bigene, conosciuta nel 2020 (durante la mia prima esperienza di volontariato) tramite Don Marco, che ho incontrato proprio in Terra Rossa, e fino a quell’anno, parroco di Bigene. La missione che mi aspetta sarà in parte, un’esperienza nuova anche per me. Nel mese di dicembre vivrò a Bissau, la capitale, presso l’orfanotrofio di Bambaran e l’ospedale di Bor. Due strutture presso le quali mi occuperò di ‘formazione’ del personale sanitario e non (su travaglio - parto - post parto - malattie sessualmente trasmissibili e prevenzione - cure del neonato e del bambino - ciclicità mestruale - gravidanza), seguirò il consultorio per quanto concerne la salute femminile e dove lascerò la mia reperibilità per dare una mano durante i vari turni. Queste sono le richieste che mi sono state fatte ma resto aperta a qualunque cambiamento. Ci tengo a ringraziare Giulia per aver “ri - acceso in me la lampadina” di una missione più lunga, in una chiacchierata telefonica di piacere. Giulia è una volontaria milanese dell’ALP ‘associazione laici Pime’, conosciuta in Africa insieme alla sua famiglia nella missione di febbraio. La seconda parte di questo viaggio invece, all’incirca a metà gennaio, mi porterà a Bigene insieme al gruppo di volontari con i quali condivido questo grande progetto. Lì saremo ospitati dalle suore e sarà un po’ come tornare a casa. Tra i villaggi e la maternità mi occuperò di gravidanza e parto, ma non mancherà il tempo per coccolare i bambini, giocare con loro e fare lunghe passeggiate insieme. 
 
In che modo ti hanno aiutato i foggiani?
Lo dico con un immenso senso di gratitudine verso le persone della mia città. Foggia è piena di cuori sensibili, pronti ad aiutare, a moltiplicare il bene, a donare. Messa in prima pagina spesso per eventi spiacevoli tralasciamo quanto invece di buono c’è. Si racconta sempre troppo poco. Allora, io vorrei arrivasse lontano la bellezza delle persone che sanno ancora fare del bene. Perché ad ogni partenza si ‘smuove’ gentilezza e generosità e la raccolta di medicinali - vestitini - piccoli apparecchi ostetrici è ogni volta sorprendente. Porto con me due bagagli grandi pieni di questo affetto e mi emoziona molto vedere tutti, condividere questo entusiasmo. A questo “grazie”, aggiungo quello che va a tutte le “anime belle”, come mi piace chiamarle, che hanno contribuito anche da altre regioni. Ogni gesto, non è mai scontato, né banale. A tal proposito, forse ci sarà un’altra raccolta a breve organizzata dalla mia collega Francesca, nonché nuova volontaria del gruppo che partirà per Bigene a gennaio.
 
Ti aspettavi una generosità così importante della tua città?

Se mi aspettavo una generosità così grande? Ti direi di sì, senza esitare. Ma devo fare i conti con quella parte di me che non dà mai niente per scontato così, da potersi godere poi tutto il bello che ne viene. Foggia deve sapere quanto è potente quella rete che si crea per l’Africa e quanto siamo felici e grati di vedere i nostri progetti andare avanti, grazie all’amore di queste persone. Non posso non ringraziare tutti coloro che da anni sono al nostro fianco, anche da luoghi più lontani. Questo vuole essere un messaggio per dire grazie a ciascuno di voi per questo progetto che ormai è un po’ anche vostro.
 
Qual è l’obiettivo di questa missione e perché hai scelto di partecipare?

Quando sono rientrata a febbraio, ho provato un senso di incompletezza. L’ultima missione ha smosso un sacco di domande dentro di me. É stata intensa e si è mossa, continuamente tra la vita e la morte, tra le lacrime e i sorrisi, tra la forza e l’impotenza. In orfanotrofio, dove di solito andiamo per trascorrere qualche ora e per portare le donazioni che riceviamo, ho incontrato Maria Ana, la bambina nell’ultima culla in fonda a quella enorme stanza piena di letti. L’ho lavata, cambiata, tenuta in braccio. Aveva un anno. Abbiamo giocato, ballato. Ci siamo coccolate. É stato forte il tempo insieme. Cosi, quando dovevamo andare via, era ancora in braccio a me, si è girata per salutare tutti certa che l’avrei portata con me. Invece, anch’io, ho dovuto lasciarla e in un pianto disperato. Da lì si è aperta una voragine di domande e non c’è stato giorno in cui io non mi sia chiesta “faccio veramente bene?”. A questa domanda non ho ancora trovato risposta ma ho sentito che forse, é proprio lì che devo andarla a cercare. Lì dove mi sono lasciata, lì dove ho lasciato Maria Ana. Che da aprile é di nuovo a casa, la famiglia é tornata a prenderla perché sono migliorate le condizioni economiche e non ha più difficoltà nel crescerla. Questa, é stata una grande carezza per me. C’è un’altra cosa che mi rende felice di questa missione, quella di poter formare i colleghi e le colleghe su argomenti di cui l’Università lì é carente. Non so, mi sembra di creare una bella connessione e di poter lasciare qualche strumento prezioso. É “facile” aiutare quando sei lì ma quando poi torni alla tua realtà anche loro tornano alla propria, e aver lasciato qualcosa che resta, mi fa stare bene.
 
Cosa vuoi dire a chi ha deciso di donare?

Ho visto con i miei occhi la povertà ma anche la dignità con la quale viverla. Poterla raccontare attraverso le mie parole, per me, è un privilegio. E vedere così tanta partecipazione con le donazioni e le raccolte, è la dimostrazione che del bene se ne deve parlare. Altrimenti il mondo resta un posto arido dove fa notizia solo il male e dove non c’è spazio per la fiducia nell’altro. A nome di missionari di Bigene e dei miei amici volontari, grazie immensamente. Vi porteremo con noi da qui a lì e porteremo lì tutto il vostro affetto.

di Redazione 


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