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Pubblica il video dell’omicidio di Scrocco, sequestrato smartphone al direttore de L’Immediato

Il sindacato stampa: “Basta violazioni del segreto professionale”

Sulla base di un decreto emesso dal pm Rosa Pensa, nella giornata di oggi – 22 giugno - agenti della Squadra Mobile di Foggia hanno sequestrato lo smartphone del giornalista pubblicista Francesco Pesante, direttore della testata online 'L'immediato' di Foggia. L'accusa – secondo quanto riferisce l’Ansa - è di ricettazione del file video, registrato dalle telecamere di sicurezza del carcere di Foggia, che riprende le fasi dell’omicidio di Alessandro Scrocco, compiuto il 17 maggio scorso. Il video fu pubblicato dal giornale L'Immediato e poi divenne virale nelle chat. Il provvedimento è stato disposto nell’ambito delle indagini sulla divulgazione del video, nella quale sono indagati anche due foggiani di 50 e 32 anni, accusati di rivelazione e utilizzo di segreti ufficio.

LA DIFESA. Il difensore del giornalista, l’avvocato Michele Vaira, ha inviato una lettera al pm Pensa con la quale chiede la restituzione immediata del cellulare. «L'iniziativa - si legge nella missiva - è gravemente lesiva dei diritti del mio assistito, appartenente ad una categoria professionale che può avvalersi del segreto al fine della tutela delle fonti di informazione». Il legale aggiunge che il cellulare «è pieno di informazioni private» e «il video è stato ricevuto da un altro collega e reca l’indicazione 'inoltrato molte volte’». Vaira, infine, sottolinea che il suo assistito «aveva manifestato verbalmente l’intenzione di nominare il sottoscritto quale suo difensore», ma «gli è stato eccepito che la Procura aveva già nominato un difensore d’ufficio individuato certamente prima del suo ascolto”.

LA FEDERAZIONE STAMPA. Sul caso sono intervenute l'Associazione della Stampa di Puglia e la Federazione nazionale della Stampa italiana per esprimere solidarietà al collega Francesco Pesante. Assostampa Puglia e Fnsi denunciano “con forza la pratica, tanto più inaccettabile quanto ormai diffusa, di sequestrare gli strumenti di lavoro dei giornalisti per risalire alle loro fonti, in contrasto con il segreto professionale e in violazione delle numerose sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo. Nell’invocare “un intervento normativo a tutela delle fonti giornalistiche e del segreto professionale, essenza stessa del giornalismo» il sindacato annuncia che «sosterrà tutte le iniziative che il collega deciderà di intraprendere a difesa del proprio lavoro e del diritto di cronaca, che azioni come questa mettono in pericolo insieme con il diritto dei cittadini ad essere informati».

di Redazione 


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