Stampa questa pagina

Sanità Service, dai ricevimenti con 500 persone all'investigatore privato: i dettagli del sequestro a Di Biase

Il provvedimento del Gip di Foggia, Carlo Protano

Il Gip del Tribunale di Foggia, Carlo Protano ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dell'importo di euro 497.180,53 nei confronti dell'ex amministratore unico della Sanità Service Asl Fg, Antonio Di Biase accusato del reato di peculato.

LE ACCUSE. Secondo le indagini della Guardia di Finanza di Lucera che avevano già portato al sequestro conservativo da parte della Corte dei Conti, il manager che dal 2008 fino allo scorso 2017 è stato a capo di Sanità service, la società controllata dalla Asl di Foggia che si occupa di prestazioni sanitarie e in particolare del servizio 118, ha “distratto somme di denaro, appropriandosene e utilizzandole per fini personali o comunque non riconducibili a quelli societari”. Nell'elenco delle spese, effettuate nel quinquennio tra il 2011 e il 2016, vi sono compensi non dovuti per oltre 150mila euro, pranzi e ricevimenti in strutture lussuose, pernottamenti in hotel, acquisti di costumi e biancheria intima. Ma anche consulenze e assicurazioni sulla vita pagate a sé e a suoi collaboratori.

LE SPESE PERSONALI. Nonostante un compenso annuo stabilito dall'Asl di Foggia di circa 100mila euro l'amministratore unico Di Biase, secondo l'accusa, si è autoliquidato importi superiori sia per la parte fissa che per la parte variabile per oltre 150mila euro oltre ad aver inquadrato la sua attività non come lavoratore autonomo ma come diretto dipendente della società con conseguente aumento degli oneri previdenziali. Non solo, alla Sanita Service Di Biase ha addebitato un importo di 5mila euro per il pagamento di un investigatore privato per indagini personali e ancora 15mila euro per il pagamento delle parcelle di tre avvocati chiamati a difenderlo in un procedimento penale a suo carico. Puntuale, poi, negli anni l'appuntamento a luglio per il salto all'isola pedonale di Foggia per l'acquisto di teli da mare, intimo donna e uomo, costumi da bagno e borse da mare.

LE SPESE AI COLLABORATORI. Tra le spese contestate vi è anche l'importo liquidato per l'organizzazione di corsi di formazione al di fuori dell'orario di servizio a tre dipendenti. Si tratta di tre suoi stretti collaboratori: Gianni Petta e Antonio Biuso, rispettivamente ex consigliere comunale ed ex assessore del Comune di Torremaggiore e di Roberto Rutigliano, peraltro promossi a quadri aziendali direttamente da Di Biase senza autorizzazione dell'Asl. I tre si divisero l'importo di 27mila euro. Un'attività che corrisponderebbe a 600 ore di lavoro che non ha trovato giustificazioni. Di Biase ha inoltre pagato per sé, per i tre suoi collaboratori e per Beppe Liscio, nella scorsa tornata elettorale primo dei non eletti al consiglio regionale e all'epoca funzionario Asl di Foggia dunque - come annota la Finanza - addirittura estraneo alla società, assicurazioni sulla vita per un totale di oltre 110mila euro.

LE SPESE DI RAPPRESENTANZA. Sintomatico poi il passaggio del provvedimento relativo alle spese di rappresentanza. Il Gip sottolinea che “le spese di rappresentanza per tale società (Sanità service ndr) non hanno ragione di esistere, in quanto la società in house providing ha come unico cliente l'ASL FG che ne è anche socio”. Il ragionamento del Gip è il seguente: se la Sanità service è braccio operativo dell'Asl foggiana e riceve da quest'ultima commesse e richieste di servizi non vi è alcun motivo per sperperare fondi per promuovere la società in pubblico al fine di aumentarne la clientela. In questa voce invece viene fatta rientrare una piccola sponsorizzazione annuale per la squadra di calcio del Cerignola, un catering per 250 persone in occasione del Natale 2013 e ancora una serie di acquisti di bottiglie di vino e numerosi pranzi al ristorante. Sul banco degli imputati, in particolare, il ricevimento organizzato nell'ottobre 2015 per un totale di oltre 28mila euro. Parteciparono 494 persone con pernottamento per l'amministratore unico della SanitàService di Brindisi, Flavio Maria Roseto, e l'ex direttore dell'Asl Foggia, Ruggero Castrignanò.

LE ALTRE ACCUSE. Nel conto finale è anche contestato l'uso disinvolto di cellulari e auto aziendali oltre all'addebito di manutenzioni e di pieni di carburante effettuate su auto private dei dipendenti. Per Antonio Di Biase l'accusa è di peculato e non solo di appropriazione indebita in quanto la sua figura è stata ritenuta di 'incaricato di pubblico servizio' visto che la Sanità Service benchè società di diritto privato è configurabile come società in house sotto controllo analogo della Asl di Foggia.

Contenuto sponsorizzato

di Michele Gramazio


 COMMENTI
  •  reload