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Furbetti del vaccino, Bruno Vespa scredita l'Università di Foggia e il rettore replica (tardi): "Nessun vantaggio, noi come cavie"

Hanno aperto aule e laboratori alle telecamere della Rai pensando di mostrare l'eccellenza made in Foggia e invece si ritrovano, in tv in seconda serata, screditati e quasi bollati come "furbetti del vaccino". L'Università di Foggia esce con le ossa rotte dal servizio andato in onda ieri sera, 30 marzo, su "Porta a Porta" e tocca al rettore, Pierpaolo Limone, prendere le distanze dalla strumentalizzazione operata da Rai1. (Qui la puntata integrale, il servizio su Foggia viene lanciato al 14° minuto

"ABBIAMO FATTO DA CAVIA...". "Questa sera - scrive il rettore sul suo profilo Facebook - su Porta a Porta Bruno Vespa ha introdotto un servizio sui ‘furbetti dei vaccini’ e per cercare di dare un po’ di pepe alla discussione in studio, che evidentemente stava languendo, ha accomunato chi per senso del dovere ha fatto da cavia in queste settimane per Astra Zeneca come le forze dell’ordine, gli insegnanti e gli universitari con chi con mezzucci vari ha commesso reati per saltare la fila. Ci tengo a chiarire - prosegue - che insegnanti e docenti universitari italiani, compresi tutti i colleghi di UNIFG, sono stati vaccinati nel pieno rispetto delle regole, cioè abbiamo semplicemente seguito un piano vaccinale nazionale. Le autorità politiche e sanitarie ci hanno chiesto di farlo, forse perché il nostro vaccino non poteva essere somministrato agli over 65, forse perché rappresentavamo un gruppo sociale facilmente raggiungibile nella logistica della somministrazione di massa o forse perché il CTS e il governo hanno riconosciuto l’importanza strategica di questo comparto per il Paese".

"NESSUNA FURBERIA". Una replica che prova (tardivamente) a dare una risposta secca all'interrogativo ripetuto costantemente dall'autore del servizio e delle interviste, che metteva i docenti più giovani dinanzi a una domanda precisa: "Cosa pensa del fatto che lei è vaccinato e i suoi nonni ancora no?". "Noi abbiamo diligentemente aderito e siamo stati vaccinati - ribadisce Limone -. Se altre tipologie di vaccini, diverse dal nostro, sono arrivate in ritardo, se ci sono state difficoltà di approvvigionamento o di distribuzione questo è certamente un problema. Dare però la responsabilità agli universitari, far credere che ci sia sotto qualche furberia o insinuare che abbiamo sottratto dosi a chi ne aveva più bisogno è manipolativo e ben lontano dalla verità".

di Redazione 


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