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“Sesso? Si, parliamone”: i ragazzi foggiani rompono i tabù

Gli adolescenti vorrebbero parlare di sesso e salute, di malattie sessualmente trasmissibili, di contraccezione e masturbazione, non provano disagio all'idea di parlare di sessualità in classe, si rivolgono soprattutto agli amici per ottenere informazioni e dei contraccettivi conoscono poco ma credono sia importante sapere come funzionano. Sono alcuni dei dati emersi dall'elaborazione di 264 questionari somministrati agli studenti del Progetto di Educazione all'affettività e alla sessualità ragionata e consapevole "Araba Fenice", rivolto agli istituti di istruzione superiore di Foggia. I risultati del programma ideato e curato dalla ginecologa Tiziana Celeste, dirigente medico Asl Fg Specialista in Ginecologia e Ostetricia, sono stati presentati in un convegno a Palazzo Dogana. Più della metà degli studenti coinvolti non aveva mai avuto occasione di partecipare ad una lezione di educazione sessuale a scuola e non conosceva il consultorio.

I TABÙ. I questionari di gradimento, a conclusione del progetto, hanno evidenziato che gli adolescenti sono interessati soprattutto a informazioni su metodi contraccettivi e malattie sessualmente trasmissibili. Più del 70% degli studenti ha affermato che userà abitualmente il preservativo. Archiviati i tabù e superati gli imbarazzi, gli adolescenti smettono di usare i motori di ricerca su internet: quasi la metà ha dichiarato che in futuro, per fare domande e chiedere approfondimenti sulla sessualità, si rivolgerà alla mamma (49,4%) e al medico di famiglia (46,1%).

LE FIGURE SPECIFICHE. "I ragazzi non sapevano come e a chi rivolgersi, all'inizio ne parlavano con gli amici, ricevendo un carico di nozioni distorte, e in secondo luogo non sapevano assolutamente quali fossero i metodi contraccettivi e come si usassero - spiega la ginecologa Tiziana Celeste commentando i risultati e tracciando un bilancio delle attività -. Abbiamo cercato di colmare la grande lacuna nel campo delle malattie sessualmente trasmissibili e di soddisfare le loro curiosità. A conclusione del progetto, sono emersi dati confortanti: dove prima si rivolgevano agli amici per avere informazioni, adesso in pole position ci sono la mamma e il medico di famiglia o lo specialista di riferimento. A questo si aggiunge il fatto che il loro interesse per i siti pornografici si è drasticamente dimezzato, hanno compreso che è importante documentarsi ma non navigando a casaccio sul web, quanto piuttosto rivolgendosi a figure specifiche".

IL PROGETTO. In un ciclo di otto lezioni, nell'ITE Pascal e nel Liceo Poerio, sono stati analizzati e affrontati gli aspetti clinici, le implicazioni psicologiche e i risvolti giuridici. La fascia d'età di riferimento va dai 14 ai 17 anni, una fase critica, quando le competenze emotive e relazionali non sono ancora sviluppate, eppure la crescita è sempre più anticipata e porta a comportamenti propri dell'età adulta.

di Redazione 


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