Il sindaco di Serracapriola torna in libertà, per il Gip "la vicenda complessiva va ridimensionata"
Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Foggia ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Mercurio Galasso per la revoca della misura dell’obbligo di dimora, a cui era sottoposto dal 2 dicembre, il sindaco di Serracapriola, Giuseppe D’Onofrio.
IL PROVVEDIMENTO, CON UNA SUA ORDINANZA EMESSA IL 30 DICEMBRE, IL GIP DI FOGGIA, DOMENICO ZENO, DOPO AVER ACQUISTO ANCHE IL PARERE DEL PUBBLICO MINISTERO, HA STABILITO CHE SONO VENUTE MENO LE RESIDUE ESIGENZE CAUTELARI NEI CONFRONTI DEL PRIMO CITTADINO DI SERRACAPRIOLA.
“LA VICENDA VA RIDIMENSIONATA”. «Rilevato che dal complesso delle attività di indagine svolte, anche di quelle difensive nonché dalle dichiarazioni rese dagli indagati nel corso dell'interrogatorio di garanzia - si legge nell’ordinanza del GIP - devono ritenersi comunque sussistenti i gravi indizi di colpevolezza nei confronti del D'Onofrio, sebbene la vicenda complessiva vada ridimensionata perché è emerso che effettivamente il D'Onofrio ritenesse il Comandante della Polizia Locale una persona non affidabile perché schierata con i suoi avversari politici (si evince ciò dal contenuto delle intercettazioni ambientali), non avesse mai posto in essere i comportamenti minacciati (riduzione delle indennità, avviamento di procedure riguardanti il suo licenziamento da parte dell'Unione dei Comuni) e comunque conoscesse l'oggetto degli atti acquisiti dai Carabinieri».
LA DECISIONE. Altri particolari emersi hanno portato il Gip di Foggia a ritenere, «dato il quadro emerso, che siano venute meno le residue esigenze cautelari nei confronti del D'Onofrio».
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