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Giustizia: sit-in al Tribunale di Foggia per la stabilizzazione dei precari e la valorizzazione del personale

FP CGIL Foggia e UILPA Foggia hanno organizzato un sit-in davanti al Tribunale di Foggia, nell’ambito delle giornate di Mobilitazione Nazionale promosse dalle sigle sindacali in tutta Italia. L’iniziativa ha visto una buona partecipazione dei lavoratori del Tribunale in particolare dei precari del PNRR.

IL GOVERNO. Il Tribunale di Foggia conta oltre 400 unità, di cui 104 assunti a tempo determinato grazie ai concorsi PNRR. Questi lavoratori, fondamentali per il funzionamento del sistema giudiziario locale, rischiano di perdere il posto di lavoro il prossimo anno, con la scadenza dei loro contratti prevista per il 30 giugno 2026. "Non possiamo permettere che persone che sono state formate in questi anni vengano mandate a casa, disperdendo competenze - dichiara Elena Monticelli, Segretaria Provinciale FP CGIL -. Il Decreto Pa autorizza la stabilizzazione di 3.000 addetti, mentre il piano di bilancio prevede il mantenimento strutturale di 6.000 unità. Tuttavia, questi numeri sono insufficienti rispetto agli 11.780 lavoratori attualmente in servizio presso gli uffici giudiziari italiani e si prevede una carenza di organico di 15.000 unità nel prossimi anni nel Ministero della Giustizia. Il governo deve intervenire con risorse adeguate per garantire continuità e sicurezza occupazionale a questi lavoratori, che rappresentano che stanno contribuendo fattivamente ad una riduzione dei tempi della giustizia in Italia".

IL TEMPO INDETERMINATO. "Insieme alla stabilizzazione - sottolinea Edoardo Filippone, Segretario Generale UILPA Foggia - è necessario definire un nuovo accordo integrativo, considerando che l’ultimo risale al 2010. È importante la valorizzazione del personale sia a tempo determinato che a tempo indeterminato. Solo così possiamo riconoscere il lavoro straordinario svolto da chi sostiene il sistema giustizia senza adeguati riconoscimenti economici e professionali". FP CGIL Foggia e UILPA Foggia ribadiscono che il percorso di modernizzazione avviato non può essere interrotto. Continueranno a mobilitarsi per ottenere risposte concrete e per difendere i diritti dei lavoratori e il futuro del sistema giustizia.

di Redazione 


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