Smaltivano i rifiuti di demolizioni e costruzioni in una discarica abusiva, 15 indagati
Nella mattinata odierna, i militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Foggia e della Sezione di PG presso la Procura della Repubblica di Foggia, hanno dato attuazione, nei comuni di San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis e Rignano Garganico, ad una misura cautelare reale disposta dal GIP del Tribunale di Foggia nei confronti 15 persone.
I REATI. Le 15 persone sono gravemente indiziate di aver realizzato a vario titolo e in concorso tra loro un'attività volta a raccolta, trasporto, recupero, messa in riserva e gestione di una discarica di rifiuti speciali non pericolosi derivanti da attività di demolizioni e costruzioni, in mancanza delle prescritte autorizzazioni. I rifiuti erano affidati per lo smaltimento a un imprenditore sangiovannese, gestore di due distinte aree di smaltimento illecito di rifiuti ubicate entrambe nel comune di San Giovanni Rotondo.
LE INDAGINI. Il provvedimento consegue a una attività d'indagine, scaturita da una segnalazione e coordinata dalla Procura del la Repubblica di Foggia che ha visto impegnati militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Foggia e della Compagnia Carabinieri di San Giovanni Rotondo, anche mediante ausili tecnici, tra gennaio e aprile. Le indagini hanno consentito di acquisire elementi indiziari a carico di dieci ditte, tutte della zona, che avrebbero consegnato rifiuti da demolizione e costruzione all'imprenditore di San Giovanni Rotondo, indagato, titolare di un'azienda non autorizzata alla gestione di rifiuti. Quest'ultimo, secondo l'ipotesi accusatoria, avrebbe smaltito i rifiuti in totale spregio della normativa ambientale, in un sito di circa 8000 mq all 'interno di una vecchia cava abbandonata in Sun Giovanni Rotondo. Il tutto tramite l'utilizzo di autocarri e macchine operatrici privi di autorizzazione al trasporto rifiuto e/o emissione di formulario identificativo. Complessivamente sono stati rilevati 450 conferimenti e smaltiti illecitamente circa 1500 mq di rifiuti. I Carabinieri ricordano che gli indagati non possano essere considerati colpevoli fino all'eventuale sentenza definitiva di condanna.
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