Perché vantarsi e inneggiare alla malavita, come ha fatto Giuseppe Perdonò, non è normale.
Ma anche 'solo' sparare non è normale.
Perché Giuseppe Perdonò non è stato l’unico. Perchè suo figlio non è stato l'unico.
Purtroppo. In tanti hanno impugnato una pistola e sparato: lo hanno fatto simbolicamente contro il 2020, ma lo hanno fatto concretamente contro una città che quotidianamente sfida, in silenzio, quelle armi. Anche quelle usate, per gioco, in una rapina. Come quelle che troppo spesso animano le giornate di tabaccai o titolari di locali. Quella malavita a cui si augura il buon anno che il buon anno lo ha tolto a tante famiglie (e il pensiero, in tema di rapine, non può che andare a Francesco Traiano, a cui il brindisi della mezzanotte del 31 dicembre è stato negato da una coltellata).
Lei, presidente, non ha caricato nessuna pistola. Ovvio. Non è di questo che la si accusa.
Lei, presidente, non ha commesso alcuna rapina. Ovvio. Non è di questo che la si accusa.
Lei, presidente, non ha sparato in pubblica piazza o si è vantato del suo agire. Ovvio. Non è di questo che la si accusa.
Ma lei è il presidente del Consiglio comunale di Foggia. E non può permettersi il lusso di minimizzare. Ben vengano le scuse, presidente. Ma a rileggerle bene, non sembrano poi così scuse. Sembra quasi che la colpa l'abbia "chi ha letto qualcosa di diverso".
No, presidente Iaccarino.
Sparare non è normale.
A maggior ragione in questa città. Punto.
02/01/2021 ore 23:23:10