Stalking, quattro arresti non bastano: continua a perseguitarla e finisce in carcere
Violato ancora una volta il divieto di avvicinamento
L’ultima misura restrittiva è di qualche giorno fa, quando Bara Noufou, 34 enne, veniva arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Foggia per il reato di stalking ai danni di una barista di un distributore di carburante.
IL PRIMO ARRESTO DEL 2014. Il Bara, pertanto, si era invaghito della donna nel giugno 2014 e, da quel momento, aveva cominciato a tenere una lunga serie di comportamenti persecutori nei suoi confronti culminati con ben quattro arresti negli ultimi 19 mesi. Il primo risale al 25 giungo del 2014, per il reato di tentata violenza sessuale: l’uomo aveva infatti tentato di baciare la malcapitata dopo averla aggredita.
COMINCIA A PERSEGUITARLA. Qualche mese più tardi, una volta tornato in libertà, aveva cominciato a presentarsi quasi ogni giorno presso il bar nel quale lavorava la donna, tentando di invitarla ad uscire con lui. Le condotte moleste si facevano sempre più pressanti tanto da indurre la barista a cambiare le proprie abitudini di vita, costringendola addirittura a rifugiarsi in ufficio senza potervi uscire fino a quando l’uomo non si allontanava dall’area di servizio. Per tali motivi, veniva tratto in arresto dai Carabinieri per il reato di stalking il 6 febbraio 2015 e, conseguentemente, sottoposto al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.
FINO ALLA CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE. Anche tale sanzione si era rivelata inefficace. infatti, poco dopo, il Bara veniva arrestato nuovamente dalla Polizia di Stato per resistenza a pubblico ufficiale ed inosservanza del divieto di avvicinamento. Infine, qualche giorno fa, nonostante il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla donna, l’uomo si era presentato ancora una volta presso l’esercizio commerciale nel quale lavora la donna, chiedendo di poter parlare con lei. Nella circostanza, un cliente allertava i Carabinieri che, giunti prontamente sul posto, provvedevano a bloccare e trarre in arresto il soggetto. Successivamente il reo, a seguito di giudizio direttissimo, veniva sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere.
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