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Ossessionato dalla gelosia, picchia e minaccia la moglie: l'uomo non potrà tornare a casa

Allontanamento dalla casa familiare con prescrizione di lasciarla immediatamente. E' la misura coercitiva emessa dal G.I.P. di Foggia a carico del pregiudicato B.V., classe 1979 per il reato di maltrattamenti in famiglia, stalking e lesioni.

IL PROVVEDIMENTO. L'ordinanza di applicazione della misura coercitiva è stata eseguita nelle ultime ore dagli agenti della Squadra Mobile. Ripercorrendo la triste vicenda, si è riscontrato come la moglie del B. avesse denunciato che già dopo pochi anni dal matrimonio, avvenuto nel 2002, aveva iniziato a subire ingiurie, minacce e violenze da parte del marito anche alla presenza dei figli minori, a causa dell’ossessiva gelosia dell’uomo. Negli ultimi anni la situazione era peggiorata: il coniuge, infatti, oltre a offenderla e umiliarla aveva iniziato a picchiarla con pugni e calci. Tali violenze avevano raggiunto il culmine il 2 giugno quando B., mentre la donna riposava dopo una faticosa giornata di lavoro, in maniera aggressiva aveva preteso un rapporto sessuale. Al diniego della donna, l’indagato aveva percosso la donna e poi preso un coltello da cucina, minacciando la moglie e gridando: “Ti devo uccidere”. Nell'occasione, però, la donna è riuscita a fuggire, uscendo di casa scalza e soccorsa dalla vicina di casa. Per le lesioni subite la donna è stata medicata al Pronto Soccorso, decidendo poi di andare a vivere dalla propria madre per paura del marito. B., però, non ha mai smesso di perseguitare la moglie, seguendola durante i suoi spostamenti, ingiuriandola e minacciandola, anche telefonicamente con l’invio di messaggi, e arrivando persino a incendiarle l’auto.

LA STRUTTURA PROTETTA. L’indagato, durante l’esecuzione dell’ordinanza dell’applicazione della misura coercitiva dell’allontanamento della casa familiare, alla presenza della Polizia ha esternato l’intenzione di voler ammazzare la moglie. Anche mentre la donna si trovava in Questura, infatti, sono arrivati altri messaggi di minacce. Pertanto la donna e i figli sono stati collocati in una struttura protetta.

di Redazione 


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