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Statale 16, la strada della morte (dei braccianti)

Studio 3 A lancia l’allarme: lavoratori stranieri continuano a morire sulla tratta foggiana

Nel Report sulla incidentalità del 2015 nella Puglia, elaborato dall'Agenzia Regionale per la Mobilità della Regione Puglia e presentato lo scorso anno, la Statale 16 risulta di gran lunga la strada in cui si è verificato il maggior numero di incidenti con lesioni, ben 350, praticamente uno al giorno, con 15 morti e oltre 650 feriti: 6 di queste 15 vittime e 103 feriti solo nel tratto foggiano.

PRIMA ORE E ORE DI LAVORO NEI CAMPI, POI LA MORTE. A rilanciare questi dati sconcertanti è Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità, a tutela dei diritti dei cittadini, soprattutto di quelle persone emarginate che troppo spesso vengono considerate alla stessa stregua di numeri. Ma numeri non sono affatto, perché sono vite umane, lavoratori, spesso sfruttati nei campi e sfruttati nei campi della Puglia. In modo particolare del foggiano, in Capitanata, com’è ben noto: dopo ore e ore di fatica rientrano nelle loro abitazioni, camminando a piedi ai bordi della carreggiata e, sempre più spesso, finiscono investiti da auto lanciate ad alta velocità.

BRACCIANTI STRAZIATI DA DUE VETTURE, ZONA LESINA. È il caso recente di Costadin Iordanov e Vasile – segnalano da Studio 3 A – 39 anni il primo, 47 il secondo. Lavoratori dell'Est Europa, Bulgaria uno, Romania l'altro. Entrambi vivevano nel territorio di Lesina dove avevano trovato lavoro nei campi ed entrambi sono morti allo stesso modo, di sera, mentre percorrevano, rispettivamente in bicicletta e a piedi, la stessa strada, la “solita” Statale 16, “straziati – come si legge nel comunicato – da due vetture che li hanno falciati pressoché nello stesso punto, al km 622,400, in prossimità dell'incrocio di Ripalta, a poco più di due mesi di distanza. Un drammatico destino, peraltro comune anche ad altri stranieri di quella zona impiegati come braccianti”.

ALTRI MORTI, STESSO SVINCOLO. E ancora, 4 marzo: “Costadin Iordanov Strahilov pedalava sul margine destro della carreggiata quando, attorno alle 21.30, è stato travolto da una Audi A6 condotta da un trentenne di Torremaggiore che procedeva nella stessa direzione, verso Termoli, ad alta velocità: la vettura si è fermata a 200 metri dal punto dell'impatto. Per il 46enne che condivideva il suo alloggio in via Ripalta con due fratelli – si legge sempre nel rapporto della società – non c'è stato scampo, è deceduto all'istante a causa delle gravissime lesioni riportate. Due mesi dopo, il 14 maggio, altro dramma, questa volta ai danni di Vasile Rascol: stesso svincolo maledetto, direzione Ripalta, centrato e ucciso sul colpo da un'Alfa Romeo 159 condotta da A.V., 29 anni, che procedeva in direzione Foggia: in questo caso, la Procura di Foggia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico dell'investitore.

ROTATORIA, PISTA CICLABILE, ILLUMINAZIONE: L’APPELLO. Nell’analizzare questi e altri casi, Studio 3A si è trovato di fronte a una “carneficina” quasi dimenticata dalle istituzioni, complice il fatto che spesso a perdere la vita sono stranieri di cui si sa poco o nulla. “Occorre lanciare un messaggio forte per la non più prorogabile messa in sicurezza di quell'arteria e di quel tratto in particolare – afferma il Presidente di Studio 3A, Ermes Trovò – da anni si chiede invano di realizzare una rotatoria al posto di quell'incrocio, ci vorrebbe una pista ciclo pedonale, considerata la frequentazione di quella strada da parte di tanti pedoni, per lo più braccianti che vivono nelle case coloniche della zona, ma soprattutto è essenziale un minimo di pubblica illuminazione dato che il principale problema è rappresentato proprio dal buio pesto”.

di Redazione 


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