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Strage di Oslo e Utoya: "Nessuno ha parlato di strage politica contro i socialisti"

Ieri, Luca Mariani e il suo libro al circolo Pd

Al circolo del Pd si parla del mostro Breivik, quello della strage norvegese di Oslo e Utoya
 
Ieri sera, la presentazione del libro di Luca Mariani
 
"Il rischio è che nel Parlamento Europeo venga eletto un buon 20% di rappresentanza xenofoba o di estrema destra, e le probabilità che questo accada sono molto alte". L'allarme politico lo dà Gianni Pittella, vicepresidente vicario del Parlamento Europeo, ospite del circolo Pd foggiano di via Matteotti dedicato proprio all'oggetto protagonista dell'incontro di ieri sera: i 69 martiri di Utoya uccisi nel 2011 dal fanatico norvegese di estrema destra Anders Breivik. A dare l'occasione dell'incontro, il giornalista Luca Mariani, con il suo libro-inchiesta dal titolo “Il silenzio sugli innocenti. Le stragi di Oslo e Utøya. Verità, bugie e omissioni su un massacro di socialisti” (Ediesse). Hanno preso parte all'incontro anche Raffaele Piemontese (presidente del Consiglio comunale di Foggia), il segretario del circolo Angelo Colangione e il giornalista Lorenzo Biondi, in veste di moderatore.
 
UNA STRAGE POLITICA. "Nessuno ha parlato di socialisti o di laburisti". Luca Mariani, esperto giornalista parlamentare dell'Agi, ha posto l'accento soprattutto sul silenzio dei media e degli stessi politici (non solo italiani), colpevoli di aver trattato una tragedia di questa portata nel peggior modo possibile. "Qualche giorno dopo la strage, durante una seduta parlamentare - ha detto l'autore del libro - hanno preso la parola tutti i rappresentanti delle singole forze presenti in Parlamento, ciascuno per dare la propria solidarietà e naturalmente condannare l'atto. Ma nessuno - ha sottolineato Mariani - nessuno, ha parlato di strage politica, nessuno ha chiamato socialisti o laburisti coloro i quali hanno perso la vita". Una vero e proprio raid politico, dunque, a dire del giornalista romano, quello messo a punto da Anders Behring Breivik, il "lucidissimo folle" che il 22 luglio del 2011, vestito da poliziotto, ha ucciso 69 ragazzi laburisti sull’isola di Utøya, il ‘paradiso nordico’ da decenni sede di campeggi estivi dei socialisti di tutto il mondo. "L'ultima volta che è accaduta una strage politica di questa portata - ha aggiunto Luca Mariani - è stato ad opera dei nazisti".
 
NIENTE ERGASTOLO PER BREIVIK. A stupire di più i presenti poi, è stata la freddezza e la lucidità descritta da Mariani parlando sempre del "mostro" Breivik (e ottimamente raccontata nel libro), considerato dalle autorità norvegesi sano di mente e che, come ha spiegato l'autore, "non dovrà stare in carcere più di vent'anni, non esistendo in Norvegia la pena dell'ergastolo. Una cosa per noi difficile da digerire - ha continuato il giornalista, rispondendo ad alcune domande in merito - ma assolutamente coerente con il sistema giudiziario norvegese il quale ritiene che, se dovesse riuscire a rieducare un criminale come Breivik, sarebbe una vittoria ancora più grande dell'ergastolo o addirittura della pena di morte". Sulle degenerazioni di simili comportamenti di intolleranza nei confronti del diverso - si parli di politica, etnia, religione o appartenenza sessuale - Luca Mariani ha posto quale esempio negativo il "nostro" Mario Borghezio che, a pochi giorni dalla strage di Utoya, non mancò di dare il proprio contributo alla causa, sostenendo la validità di "alcune idee di Breivik". 
 
SIA D'ESEMPIO IL "MALIANO". Fitto il dibattito, naturalmente, al quale ha preso parte - oltre al vicepresidente Pittella, costretto ad andare via prima del tempo - anche il rappresentante foggiano Raffaele Piemontese il quale, stringendo il campo, ha parlato della difficile situazione vissuta dai residenti del quartiere della Stazione, quello maggiormente interessato dai contrasti tra le varie etnie. Alla xenofobia, Piemontese ha contrapposto il comportamento dell'ormai celebre cittadino maliano, protagonista del recupero del borsello scippato ad un italiano appena qualche giorno fa (LEGGI IL RITRATTO DEL PROTAGONISTA). 
 
 
"Il rischio è che nel Parlamento Europeo venga eletto un buon 20% di rappresentanza xenofoba o di estrema destra, e le probabilità che questo accada sono molto alte". L'allarme politico lo dà Gianni Pittella, vicepresidente vicario del Parlamento Europeo, ospite del circolo Pd foggiano di via Matteotti dedicato proprio all'oggetto protagonista dell'incontro di ieri sera: i 69 martiri di Utoya uccisi nel 2011 dal fanatico norvegese di estrema destra Anders Breivik. A dare l'occasione dell'incontro, il giornalista Luca Mariani, con il suo libro-inchiesta dal titolo “Il silenzio sugli innocenti. Le stragi di Oslo e Utøya. Verità, bugie e omissioni su un massacro di socialisti” (Ediesse). Hanno preso parte all'incontro anche Raffaele Piemontese (presidente del Consiglio comunale di Foggia), il segretario del circolo Angelo Colangione e il giornalista Lorenzo Biondi, in veste di moderatore.
UNA STRAGE POLITICA. "Nessuno ha parlato di socialisti o di laburisti". Luca Mariani, esperto giornalista parlamentare dell'Agi, ha posto l'accento soprattutto sul silenzio dei media e degli stessi politici (non solo italiani), colpevoli di aver trattato una tragedia di questa portata nel peggior modo possibile. "Qualche giorno dopo la strage, durante una seduta parlamentare - ha detto l'autore del libro - hanno preso la parola tutti i rappresentanti delle singole forze presenti in Parlamento, ciascuno per dare la propria solidarietà e naturalmente condannare l'atto. Ma nessuno - ha sottolineato Mariani - nessuno, ha parlato di strage politica, nessuno ha chiamato socialisti o laburisti coloro i quali hanno perso la vita". Una vero e proprio raid politico, dunque, a dire del giornalista romano, quello messo a punto da Anders Behring Breivik, il "lucidissimo folle" che il 22 luglio del 2011, vestito da poliziotto, ha ucciso 69 ragazzi laburisti sull’isola di Utøya, il ‘paradiso nordico’ da decenni sede di campeggi estivi dei socialisti di tutto il mondo. "L'ultima volta che è accaduta una strage politica di questa portata - ha aggiunto Luca Mariani - è stato ad opera dei nazisti".
NIENTE ERGASTOLO PER BREIVIK. A stupire di più i presenti poi, è stata la freddezza e la lucidità descritta da Mariani parlando sempre del "mostro" Breivik (e ottimamente raccontata nel libro), considerato dalle autorità norvegesi sano di mente e che, come ha spiegato l'autore, "non dovrà stare in carcere più di vent'anni, non esistendo in Norvegia la pena dell'ergastolo. Una cosa per noi difficile da digerire - ha continuato il giornalista, rispondendo ad alcune domande in merito - ma assolutamente coerente con il sistema giudiziario norvegese il quale ritiene che, se dovesse riuscire a rieducare un criminale come Breivik, sarebbe una vittoria ancora più grande dell'ergastolo o addirittura della pena di morte". Sulle degenerazioni di simili comportamenti di intolleranza nei confronti del diverso - si parli di politica, etnia, religione o appartenenza sessuale - Luca Mariani ha posto quale esempio negativo il "nostro" Mario Borghezio che, a pochi giorni dalla strage di Utoya, non mancò di dare il proprio contributo alla causa, sostenendo la validità di "alcune idee di Breivik"
SIA D'ESEMPIO IL "MALIANO". Fitto il dibattito, naturalmente, al quale ha preso parte - oltre al vicepresidente Pittella, costretto ad andare via prima del tempo - anche il rappresentante foggiano Raffaele Piemontese il quale, stringendo il campo, ha parlato della difficile situazione vissuta dai residenti del quartiere della Stazione, quello maggiormente interessato dai contrasti tra le varie etnie. Alla xenofobia, Piemontese ha contrapposto il comportamento dell'ormai celebre cittadino maliano, protagonista del recupero del borsello scippato ad un italiano appena qualche giorno fa (LEGGI IL RITRATTO DEL PROTAGONISTA). 

di Redazione 


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