A due anni dalla strage dei fratelli Luciani, la benedizione di Don Ciotti: “Dobbiamo inchinarci su questa terra”
San Marco in Lamis, la giornata di riflessione e ricordo voluta da Libera
“Dio benedice questa terra dove noi dobbiamo inchinarci: ciò significa che Dio trasmette la vita. E noi benedetti da Dio, vi prego, diventiamo a nostra volta benedizione per gli altri… Saremo benedizione se nelle nostre giornate non ci aggregheremo al coro di coloro che rendono asfissiante la vita. Voi ci avete benedetti, voi siete diventati per noi la benedizione”.
“PARLATE DI QUESTA VIOLENZA”. Sul luogo della morte, don Luigi Ciotti invoca la vita: è cominciata così la giornata dedicata a Luigi e Aurelio Luciani, due anni dopo la strage mafiosa che li strappò ai loro cari proprio in questi campi, nei dintorni della vecchia stazione di San Marcon in Lamis, alla presenza delle vedove Luciani, Arcangela Petrucci e Marianna Ciavarella, e di tanti concittadini che hanno voluto partecipare al momento di riflessione e commemorazione voluto da Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. “Stiamo in silenzio di fronte a questo luogo – ha aggiunto ancora Don Ciotti, presidente di Libera – ma quando ci allontaniamo, vi prego, parliamo degli onesti che si impegnano, parlate di questa violenza, perché il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi. Possibile che milioni di italiani non possono dare una svolta? Sono 163 anni che in Italia parliamo di mafia. Tocca a noi essere un segno di cambiamento e di speranza”.
“DENUNCIARE L’ORRORE CHE CI CIRCONDA”. “Istituzioni, magistratura, forze dell’ordine”: nel ringraziarli per il lavoro svolto e che svolgono, Arcangela Petrucci, una delle due vedove Luciani, nel suo intervento, ha rivolto un appello accorato ai rappresentanti dello Stato, chiedendo uno sforzo maggiore soprattutto nei confronti di quei cittadini che hanno ancora paura, parlando anzi a nome loro. “Vi chiediamo scusa se siamo ancora piuttosto restii a collaborare – ha detto – sicuramente è perché c’è ancora la convinzione che è più facile tacere, nascondere, nasconderci, far finta di niente, dire che stiamo bene e che va tutto bene, per paura di ulteriori ritorsioni: ma basta guardarci negli occhi per rendervi conto di quanta fatica facciamo a trattenere le lacrime per non urlare ‘ho paura, sto male, ho bisogno di aiuto’. In quei momenti – ha aggiunto ancora – afferrate ancora di più le nostre mani affinché ognuno di noi possa trovare la forza e il coraggio di denunciare tutto l’orrore che ci circonda”.
IL RESTO DELLA GIORNATA DEDICATA AI FRATELLI LUCIANI. Nel pomeriggio, la giornata organizzata da Libera prosegue: alle ore 18.30, presso la chiesa della SS. Annunziata, l'arcivescovo della Diocesi di Foggia-Bovino, Mons. Vincenzo Pelvi, presiederà la celebrazione eucaristica in ricordo dei fratelli Luciani. A seguire, infine, dalle ore 20, in Piazza Madonna delle Grazie, all’interno della rassegna “Pagine d'Autore” curata dall'associazione cuoriAperti e diretta dalla docente Carla Bonfitto, si terrà la presentazione del libro “Ti mangio il cuore”: uno dei due autore, il giornalista Giuliano Foschini, parlerà proprio della mafia del Gragano, la quarta mafia italiana, al centro della vicenda narrata e pubblicata dalla casa editrice Feltrinelli.
L'intervento della vedova Luciani, Arcangela Petrucci
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