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Stroppa analizza gli errori: “Passiamo in vantaggio e subentra il braccino corto, è lì il problema del Foggia”

Il mister poi rivela: "Chiricò e Mazzeo si sono menati ma è stato un bene"

“Cosa c'è che non va alla squadra? Subentra il braccino corto quando siamo in vantaggio e non è nelle nostre corde. Chiricò e Mazzeo? Si sono menati è vero ma sono contento che sia successo: significa tenerci alla squadra, chiunque abbia giocato una partita di calcetto sa che accade anche tra amici”.

LA GARA PRECEDENTE. Occore fare un passo indietro a quanto accaduto sabato scorso contro la Cremonese e alla settimana burrascosa in società, con l'esonero del ds Di Bari e le notizie sulle indagini della guardia di finanza sull'ex vicepresidente Massimo Curci che toccano il Foggia calcio, per presentarsi con il piglio giusto alla delicata trasferta contro l'Ascoli, attualmente diretta concorrente per la salvezza. È inevitabile partire da lì prima di inquadrare la gara del Del Duca: “Ho negli occhi la partita di sabato scorso che mi è sembrata molto simile a quella di Cesena - commenta Giovanni Stroppa - la squadra avversaria annichilita e poi il nostro passo indietro (La cronaca di Foggia – Cremonese 2-3). A livello psicologico subentra la paura di scoprirsi e non si fa più la difesa attiva e a tutto campo con gli avversari che non devono respirare. La prima pressione deve arrivare dagli attaccanti, non è solo questione di difesa – continua il mister – è il classico braccino corto che però non è nelle nostre corde”.

GLI UNDICI IN CAMPO. Guai dunque a parlare dei singoli: “Tutti i miei calciatori sono fortissimi – li difende a spada tratta il tecnico lombardo – la squadra è viva ed è eccezionale negli allenamenti dove come sempre vi è stata massima applicazione. L'unico aspetto negativo delle partite è quello di essere stati rimontati. L'invito alla squadra – prosegue Stroppa - è di dare di più in qualità, in approccio, impatto alla gara e gioco”. Quanto ai gol presi il mister insiste: “La squadra è equilibrata, lavoriamo bene in fase offensiva e difensiva. Non lasciamoci imbrogliare dai numeri. I gol che prendiamo sono tutti a difesa schierata. Quello che non funziona è dare di più in furore agonistico, avere il sangue nelle vene”.

LO SCONTRO CHIRICO' – MAZZEO. A proposito di furore ne hanno messo troppo negli spogliatoi Fabio Mazzeo e Mino Chiricò nell'intervallo di Foggia – Cremonese: “Sì, è vero! Si sono menati” rivela Stroppa. “Peccato lo abbiano fatto solo loro, avrei voluto lo facessero anche gli altri. Io dico che è stato positivo, se due compagni si mandano a quel paese significa che c'è attaccamento. A me fa più paura la squadra quando abbassa la testa come successo a Pescara e Avellino. Hanno litigato due amici – chiarisce il mister rossonero – stanno sempre insieme e Chiricò è il 'figlioccio' di Mazzeo. Per me è stata una cosa normale e finisce lì, Chiricò non è entrato nel secondo tempo per altri motivi e non certo per questo altrimenti avrei dovuto lasciare fuori entrambi”.

I PROBLEMI SOCIETARI. Stroppa poi commenta l'esonero del direttore sportivo Beppe Di Bari: “Mi dispiace per lui, per me Di Bari non era solo un ds ma un amico, direi meglio fratello. Mancherà un punto di riferimento così come lo era per me Colucci. Il mercato è stato fatto in sintonia con lui e sono contentissimo dei giocatori che ho anche se alcuni non sono potuti arrivare. Qualcuno magari sta dando meno di quanto mi potevo aspettare ma io stesso potevo dare di più. La società comunque – continua – è venuta a parlare alla squadra e questo l'ho apprezzato perchè così non si è sentita abbandonata”.

LA GARA CON L'ASCOLI. Pronti dunque alla sfida salvezza contro i bianconeri di Fiorin: “L'Ascoli ci assomiglia, è una squadra a cui piace il palleggio, gioca dal basso e come noi, però, subisce gol. Contro di loro ci sarà Deli che aveva solo un affaticamento e può giocare. Rubin deve risolvere i suoi problemi al ginocchio, per il resto ci sono diversi recuperi e deciderò. Per un mese vi sono state scelte obbligate visti gli infortuni, finalmente non sarà così”. Sugli spalti del Del Duca circa 3mila tifosi rossoneri: “Vedo il calore e l'attaccamento dei tifosi – incita Stroppa – e noi siamo in debito verso di loro; è per questo che chiedo ai miei calciatori di metterci qualcosa in più e io ci credo”.
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di Michele Gramazio


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