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Su Rete4 si parla di Foggia, anzi di mafia

Ieri sera, al format "Terra!", un servizio interamente dedicato alla criminalità di Capitanata

Dopo la prima pagina sul Fatto Quotidiano e gli ormai svariati approfondimenti giornalistici, Foggia e la sua criminalità tornano alla ribalta nazionale. Questa volta è Toni Capuozzo a dedicare alla Capitanata mafiosa un intero servizio su una delle reti Mediaset, andato in onda nella serata di ieri. La “vetrina” questa volta è il format “Terra!” (in replica domenica prossima alle ore 9.00, servizio disponibile sul sito).
 
LA PUNTA DELL'ICEBERG. Domenico Seccia, Daniela Marcone, Iaia Calvio, Cisky Salemme dei Tavola 28. E ancora, Piazza Italia, quartiere Candelaro e, soprattutto, Viale Fortore, ossia Villaggio Artigiani: il luogo del famoso assalto notturno all'NP Service, con tanto di conflitto a fuoco tra forze di polizia e criminali. È la punta, anzi il mastoide di un iceberg che finalmente sta attirando la giusta attenzione da parte dei media di tutta Italia e, come si spera e come ha più volte impetrato il questore Piernicola Silvis (foggiano doc e forse più visceralmente coinvolto rispetto ai suoi predecessori), anche delle istituzioni di stanza a Roma. La giornalista di “Terra!”, Sabina Fedeli, apre il suo servizio proprio con le immagini di quella notte ormai famosa, datata 25 giugno, quando rione Martucci si trasformò in una sorta di far west in salsa foggiana. 
 
I VIDEO DI FOGGIA CITTA' APERTA. E tra le immagini video riproposte da Rete4, anche alcuni frammenti pubblicati da Foggia Città Aperta, sul posto pure in quell'occasione (LEGGI) e in questo caso chiamata, insieme con alcune altre testate locali, a soddisfare quel dovere di collaborazione professionale sancito dal... (nel servizio inoltre, anche una piccola segnalazione per la nostra giovane testata chiamata, come altre realtà giornalistiche della città, a raccontare una criminalità sempre più carsica e, al contempo, in grado di rendersi esplosiva all'improvviso). 
 
“A FOGGIA CONTA IL COGNOME CHE PORTI”. C'è poi spazio per i più giovani nel reportage di Mediaset, colti nel bel mezzo di una delle loro tante serate in centro, a Piazza Italia, sentiti perché protagonisti, come tutti, di una quotidianità sempre più difficile. “A Foggia conta il cognome che porti” dice uno di loro, con chiaro riferimento a quella specie di “nomenclatura” mafiosa da anni nominata nelle pagine di cronaca dei giornali. “È possibile ribellarsi?” Chiede la giornalista. “Non credo”, la triste risposta del ragazzo, sintomatica di una sfiducia nei confronti delle istituzioni ma forse, anche, nei riguardi di una parte di popolazione storicamente omertosa, come sottolinea il ritardo ventennale con il quale è nata l'associazione antiracket locale. 
 
“LE PECORE NERE? LE POSSIAMO IMBIANCARE”. Infine, dopo il puntuale resoconto del Procuratore Domenico Seccia sulla situazione mafiosa garganica e sulle sue ripercussioni sociali (ci ha scritto due libri, forte della propria esperienza all'allora attivo Tribunale di Lucera), non prima di aver raccontato l'omicidio Marcone attraverso le parole della figlia Daniela, oggi punto di riferimento della legalità provinciale foggiana in quanto referente di Libera, arriva anche il momento di Cisky. Rispondendo a logiche più meramente televisive, la giornalista si sofferma a lungo sul rapper foggiano dei Tavola 28, crew hip-hop piuttosto nota nel territorio. Con dietro lo sfondo di rione Candelaro, il giovane rapper racconta com'è crescere in un quartiere popolare di una delle ultime città d'Italia, tra abitudine al linguaggio mafioso e a stretto contatto con un'illegalità diffusa. Ma è proprio lui, alla fine, a lanciare un seme di speranza: “Qui è pieno di pecore nere, ma le possiamo anche imbiancare, queste pecore”.
Dopo la prima pagina sul Fatto Quotidiano (LEGGI) e gli ormai svariati approfondimenti giornalistici, Foggia e la sua criminalità tornano alla ribalta nazionale. Questa volta è Toni Capuozzo a dedicare alla Capitanata mafiosa un intero servizio su una delle reti Mediaset, andato in onda nella serata di ieri. La “vetrina” questa volta è il format “Terra!” (in replica domenica prossima alle ore 9.00, GUARDA IL SERVIZIO DEDICATO A FOGGIA SU "TERRA!" DAL SITO WEB).
LA PUNTA DELL'ICEBERG. Domenico Seccia, Daniela Marcone, Iaia Calvio, Cisky Salemme dei Tavola 28. E ancora, Piazza Italia, quartiere Candelaro e, soprattutto, Viale Fortore, ossia Villaggio Artigiani: il luogo del famoso assalto notturno all'NP Service, con tanto di conflitto a fuoco tra forze di polizia e criminali. È la punta, anzi il mastoide di un iceberg che finalmente sta attirando la giusta attenzione da parte dei media di tutta Italia e, come si spera e come ha più volte impetrato il questore Piernicola Silvis (foggiano doc e forse più visceralmente coinvolto rispetto ai suoi predecessori), anche delle istituzioni di stanza a Roma. La giornalista di “Terra!”, Sabina Fedeli, apre il suo servizio proprio con le immagini di quella notte ormai famosa, datata 25 giugno, quando rione Martucci si trasformò in una sorta di far west in salsa foggiana.
I VIDEO DI FOGGIA CITTA' APERTA. E tra le immagini video riproposte da Rete4, anche alcuni frammenti pubblicati da Foggia Città Aperta, sul luogo dei fatti in quell'occasione (LEGGI) e in questo caso invece, chiamata, insieme con altre testate locali, a soddisfare quel dovere di collaborazione e cooperazione professionale tra colleghi sancito dalla legge n. 69 del 3 febbraio 1963 (nel servizio inoltre, anche una piccola segnalazione per la nostra giovane testata chiamata, come altre realtà giornalistiche della città, a raccontare una criminalità sempre più carsica e, al contempo, in grado di rendersi esplosiva all'improvviso).
“A FOGGIA CONTA IL COGNOME CHE PORTI”. C'è poi spazio per i più giovani nel reportage di Mediaset, colti nel bel mezzo di una delle loro tante serate in centro, a Piazza Italia, sentiti perché protagonisti, come tutti, di una quotidianità sempre più difficile. “A Foggia conta il cognome che porti” dice uno di loro, con chiaro riferimento a quella specie di “nomenclatura” mafiosa da anni nominata nelle pagine di cronaca dei giornali. “È possibile ribellarsi?” Chiede la giornalista. “Non credo”, la triste risposta del ragazzo, sintomatica di una sfiducia nei confronti delle istituzioni ma forse, anche, nei riguardi di una parte di popolazione storicamente omertosa, come sottolinea il ritardo ventennale con il quale è nata l'associazione antiracket locale.
“LE PECORE NERE? LE POSSIAMO IMBIANCARE”. Infine, dopo il puntuale resoconto del Procuratore Domenico Seccia sulla situazione mafiosa garganica e sulle sue ripercussioni sociali (ci ha scritto due libri, forte della propria esperienza all'allora attivo Tribunale di Lucera), non prima di aver raccontato l'omicidio Marcone attraverso le parole della figlia Daniela, oggi punto di riferimento della legalità provinciale foggiana in quanto referente di Libera, arriva anche il momento di Cisky. Rispondendo a logiche più meramente televisive, la giornalista si sofferma a lungo sul rapper foggiano dei Tavola 28, crew hip-hop piuttosto nota nel territorio. Con dietro lo sfondo di rione Candelaro, il giovane rapper racconta com'è crescere in un quartiere popolare di una delle ultime città d'Italia, tra abitudine al linguaggio mafioso e a stretto contatto con un'illegalità diffusa. Ma è proprio lui, alla fine, a lanciare un seme di speranza: “Qui è pieno di pecore nere, ma le possiamo anche imbiancare, queste pecore”.

di Redazione 


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