Suicidio in carcere, l'allarme della Cisal: "Non è solo un fatto di cronaca, dobbiamo interrogarci sulle cause profonde"
La Cisal di Foggia esprime profondo cordoglio per la tragica morte del
detenuto suicida nel carcere locale, appresa tramite le testate giornalistiche locali. Questo evento
getta una ulteriore ombra cupa sulle condizioni di vita all'interno delle strutture penitenziarie e richiede una
riflessione urgente e interventi concreti.
GESTI ESTREMI. “La morte di un uomo in carcere è sempre una sconfitta per l'intera società - commenta Vincenzo delli
Carri, rappresentante della Cisal -. Questo tragico evento non può essere archiviato come un mero
fatto di cronaca, ma deve spingerci a interrogarci sulle cause profonde che lo hanno generato".
La Cisal denuncia con forza il sovraffollamento delle carceri, una piaga che affligge anche la
struttura di Foggia e che contribuisce a creare un clima di tensione e disperazione. "Le celle
sovraffollate, la mancanza di personale e le condizioni di vita degradanti non fanno altro che
esasperare gli animi e aumentare il rischio di gesti estremi", sottolinea delli Carri.
IL SOVRAFFOLLAMENTO. La Cisal chiede un intervento urgente da parte della politica per affrontare la questione del
sovraffollamento carcerario e garantire condizioni di detenzione dignitose. "È necessario investire
in strutture adeguate e in personale qualificato per garantire la sicurezza e il benessere dei detenuti - afferma delli Carri -. Dobbiamo fare tutto il possibile per prevenire tragedie simili in futuro".
PROTOCOLLI SPECIFICI. La Cisal chiede inoltre una maggiore attenzione al tema della prevenzione del suicidio in carcere,
attraverso la formazione del personale penitenziario e l'implementazione di protocolli specifici.
"Non possiamo più tollerare che la vita di un uomo venga spezzata dalla disperazione e
dall'indifferenza - conclude delli Carri -. È nostro dovere garantire che ogni persona detenuta sia
trattata con dignità e rispetto, e che abbia la possibilità di intraprendere un percorso di riabilitazione
e reinserimento sociale".
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.