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Svolta nelle indagini sull'omicidio Radatti: a ucciderlo a coltellate sarebbe stata l'amante

il corpo fu trovato a Poggio Imperiale

Sarebbe stata l'amante ad uccidere con decine di coltellate Angelo Radatti, l'imprenditore di 57 anni il cui cadavere fu ritrovato il 7 dicembre scorso nella sua autovettura nelle campagne di Poggio Imperiale.

L'AMANTE. La donna, Anna Maria Lombardi, di 42 anni, di Apricena, è stata sottoposta oggi a fermo come indiziata del delitto. Il provvedimento, emesso dalla Procura della Repubblica di Foggia, è stato eseguito dai carabinieri del comando provinciale.
LA RICOSTRUZIONE DEI CARABINIERI. Radatti era uscito di casa verso le 18 del 6 dicembre e alle 20:30 non era rientrato pur avendo un appuntamento con alcuni familiari e amici per andare a scuola di ballo a San Nicandro Garganico. L’ultima volta era stato visto intorno alle 19 da un amico.
LA PISTA PASSIONALE. Le indagini sono state indirizzate sulla pista passionale. Radatti aveva avuto una relazione con la Lombardi che si era interrotta in quanto pretendeva che l’uomo lasciasse la propria moglie ed andasse a vivere con lei. Subito dopo il rinvenimento del cadavere, la Lombardi è stata sentita dagli inquirenti per diverse ore negli uffici dei Carabinieri di Apricena. Il suo racconto presentava diverse incongruenze.
L’AVVELENAMENTO E LE INDAGINI. Nel corso delle indagini, emergeva che Radatti, alla fine del mese di novembre, aveva temuto di essere stato avvelenato con un cappuccino che gli aveva offerto proprio la Lombardi durante un incontro clandestino. Nel corso della perquisizione a casa della Lombardi sono stati sequestrati alcuni capi di abbigliamento compatibili con quelli indossati la sera del 6 dicembre secondo le descrizioni fornite dalle persone informate sui fatti, tra cui un paio di stivali in pelle che avevano le suole sporche di terriccio. Sulla pianta di uno stivale era presente anche una macchia di colore rossastro. Inoltre veniva sequestrato un telefono cellulare che la stessa non aveva indicato agli investigatori, sulla cui rubrica era memorizzato il numero del cellulare di Radatti.
LE REGISTRAZIONI. Fondamentali, le registrazioni di alcune telecamere di video sorveglianza ubicate a Poggio Imperiale lungo la via di fuga utilizzata dall’indagata dopo aver commesso l’omicidio. Dalla visione dei suddetti filmati, emergeva che la sera del 6 dicembre, una donna, passando a piedi su via San Severo in direzione centro abitato di Poggio Imperiale, era stata ripresa mentre si sfilava due guanti di colore bianco che gettava sul bordo della strada tra le sterpaglie. I Carabinieri, dopo aver visionato i filmati, si sono recati sul posto dove effettivamente rinvenivano in mezzo all’erba, a circa un metro di distanza l’uno dall’altro, due guanti in lattice appallottolati sulla cui superficie esterna erano presenti evidenti tracce di sangue.Il luogo del rinvenimento dei due guanti in lattice è distante meno di 400 dalla località in cui venne ritrovato il cadavere di Radatti.
LE ALTRE “PROVE”. Dall’analisi è emerso che il sangue sulla parte esterna del guanto presenta analogie col profilo DNA della vittima e l’essudato sulla superficie interna presenta analogie col profilo DNA riconducibile alla Lombardi.L’arma del delitto è stata rinvenuta. Si tratta del coltello marca “Pattada” presente sul cruscotto, lato passeggero, della Fiat Punto di Radatti. Il coltello sulla lama e sul manico era sporco di sangue. Il coltello è compatibile con le ferite da punta e taglio riscontrate sul corpo della vittima. La Procura contesta all’indagata l’aggravante della premeditazione desunta dalla presenza dei guanti in lattice che l’indagata aveva portato con sé per commettere l’omicidio e da altri elementi emersi nel corso dell’indagine. La Lombardi è stata associata alla Casa Circondariale di Foggia.

di Redazione 


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