Giovanni Cipriani, docente di lingua e letteratura latina dell’Ateneo di Foggia, nel pieno della prima tornata nazionale dei TFA – i nuovi concorsi per l’ottenimento dell’abilitazione all’insegnamento che hanno sostituito la vecchia SISS – esprime le proprie perplessità in merito ad una riforma a suo dire “calata dall’alto”.
IL SENSO DELLA RIFORMA. Si fa fatica a trovare un senso, una concordanza di intenti e di programmi, sia per quanto riguarda le prove strutturali successive alla prima prova preselettiva – di cui parla all’inizio dell’intervista il professor Cipriani – e sia in merito al primo “giro” di test, vera mannaia ministeriale, a dire di molti strumentale a “risolvere” una volta per tutte il problema del sovrannumero degli aspiranti insegnanti.
ZERO AMMESSI. Intanto, stando ad un primo riscontro delle prove selettive ministeriali, dopo oltre una settimana di prove in tutta Italia, appare certo che qualcosa, in termini di elaborazione delle prove, non ha funzionato come avrebbe dovuto. Sono molte le università, infatti, con ben zero ammessi ai concorsi e la percentuale nazionale, secondo un calcolo da aggiornare con gli ultimi esami, difficilmente supererà il 30% di aspiranti insegnanti che avranno superato la prova. La scure poi, è stata particolarmente democratica questa volta, abbattendosi trasversale da Nord a Sud, sfatando qualsiasi ipotesi di superiorità tra atenei, dacché ne vogliano pensare i Padani o i meridionalisti più convinti.
FOGGIA. Non fa eccezione l’ateneo dauno, il quale riesce a salvarsi dal clamoroso “tarallo” per quanto riguarda la classe di concorso A036 (Filosofia, psicologia e scienze dell’educazione), ossia quella che ha mietuto più vittime in tutta Italia, grazie ad un solo candidato, l’unico ad aver espugnato la fortezza dell’Aula Magna di Economia – la sede ufficiale di questa curiosa ecatombe. Ad ogni modo, restando in attesa delle ultime prove in programma questa settimana, appare chiaro che la soglia massima degli ammessi quasi in nessun ateneo verrà raggiunta, a conferma di un sistema di elaborazione dei test quanto meno discutibile.