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Tangenti al Comune, gli avvocati dell'ex consigliere Laccetti contestano il sequestro

“Nessuna sproporzione tra quanto dichiarato e i beni”

Arriva puntuale, con una nota ufficiale, la contestazione da parte degli avvocati difensori dell'ex consigliere comunale Massimo Laccetti, in merito alla decisione della Squadra Mobile di Foggia e dei finanzieri del GCIO di Bari di mettere in stato di sequestro preventivo i beni in sua disponibilità (LEGGI). La causa del provvedimento, com'è noto, è legata al presunto giro di tangenti che avrebbe portato l'ex dirigente comunale Biagini, insieme con Laccetti, a riscuotere tangenti dall'imprenditore Zammarano e da altri costruttori foggiani. Secondo gli avvocati Michele Curtotti e Michela Scopece, non vi sarebbe “alcuna sproporzione tra quanto dichiarato ed i beni acquistati negli anni e pagati ratealmente”.
 
UNA PANDA, UNA MERCEDES E UNA QUOTA SOCIETARIA. Nella nota, pertanto, i legali dell'ex consigliere entrano nel merito della questione: “Si tratta di un box di 20 mq, una Fiat Panda acquistata nel 2008 del valore di 4000 euro e una Mercedes del 2010 del valore di 8000 euro. Gli acquisti – precisano gli avvocati – sono stati fatti in epoca assolutamente antecedente ai fatti in contestazione. Per quanto concerne la presunta partecipazione del Laccetti in una società – si legge ancora nella nota – il valore nominale dell'intera società è di euro 5000 per cui la quota del Laccetti sarebbe di euro 2500; inoltre non vi è alcuna prova della titolarità di questa quota se non una conversazione telefonica tra il Laccetti ed il reale intestatario della società".
Arriva puntuale, con una nota ufficiale, la contestazione da parte degli avvocati difensori dell'ex consigliere comunale Massimo Laccetti, in merito alla decisione della Squadra Mobile di Foggia e dei finanzieri del GCIO di Bari di mettere in stato di sequestro preventivo i beni in sua disponibilità (LEGGI). La causa del provvedimento, com'è noto, è legata al presunto giro di tangenti che avrebbe portato l'ex dirigente comunale Biagini, insieme con Laccetti, a riscuotere tangenti dall'imprenditore Zammarano e da altri costruttori foggiani. Secondo gli avvocati Michele Curtotti e Michela Scopece, non vi sarebbe “alcuna sproporzione tra quanto dichiarato ed i beni acquistati negli anni e pagati ratealmente”.
UNA PANDA, UNA MERCEDES E UNA QUOTA SOCIETARIA. Nella nota, pertanto, i legali dell'ex consigliere entrano nel merito della questione: “Si tratta di un box di 20 mq, una Fiat Panda acquistata nel 2008 del valore di 4000 euro e una Mercedes del 2010 del valore di 8000 euro. Gli acquisti – precisano gli avvocati – sono stati fatti in epoca assolutamente antecedente ai fatti in contestazione. Per quanto concerne la presunta partecipazione del Laccetti in una società – si legge ancora nella nota – il valore nominale dell'intera società è di euro 5000 per cui la quota del Laccetti sarebbe di euro 2500; inoltre non vi è alcuna prova della titolarità di questa quota se non una conversazione telefonica tra il Laccetti ed il reale intestatario della società".

di Redazione 


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