L’addio di Boscaglia non cambia le carte in tavola e produce un’altra sconfitta per il Foggia che a Taranto riesce a non segnare alla difesa più battuta del girone C e perde 1-0 nella sesta giornata del campionato di serie C. Una gara in cui i rossoneri, al di là delle occasioni sciupate nel primo tempo e del rigore fallito nel secondo, hanno manifestato i soliti limiti: poca reazione dopo il gol fatto dagli avversari e tanta paura di sbagliare. Risultato: gli ionici si rianimano e gettano in una crisi senza fine i rossoneri, che sperano ora nel nuovo tecnico per rianimare un ambiente in profonda depressione.
CRONACA. Clima spettrale allo Iacovone con le curve in sciopero per l’aperta frattura tra la tifoseria tarantina e la proprietà. In attesa del nuovo mister, sulla panchina del Foggia ci va Antonio Gentile che schiera un inedito 4-3-1-2 con Garattoni, Malomo, Sciacca e Costa davanti a Nobile, centrocampo a tre con Odjer, Petermann e Di Noia, Schenetti in appoggio a Vuthaj e D’Ursi. Sull’altra sponda, Ezio Capuano si affida al 3-5-2 con Vannucchi in porta, Manetta, Antonini, Granata sulla linea difensiva, Mastromonaco, Labriola, Manuel Romano, Mazza e Ferrara sulla mediana e Guida e Tommasini per far male alla difesa rossonera.
LE OCCASIONI. Nobile al 3’ ha subito il suo da fare con la conclusione ravvicinata di Tommasini e poco dopo si ripete su Labriola. Il Foggia si fa vedere al 7’ con la premiata ditta Vuthaj-Schenetti che costringe Vannucchi a respingere di piede. L’occasione importante rossonera capita al 19’ quando Vuthaj apparecchia per D’Ursi che solo davanti a Vannucchi si fa respingere la conclusione. La gara è piacevole nonostante le due compagini non attraversino un periodo semplice. Il Foggia cresce con il passar dei minuti, Vuthaj in avanti è il solito lottatore e si vedono anche buoni scambi a centrocampo. Al 33’ Schenetti si divora un’altra grande chance cogliendo la traversa a tu per tu con Vannucchi. Il Foggia fa valere la sua superiorità tecnica ma al 35’ accade l’impensabile: Malomo ferma con le cattive Romano che si invola in area, per lui espulsione e rigore per il Taranto. Sul dischetto Infantino (subentrato a Tommasini) batte Nobile. Gentile corre ai ripari inserendo Papazov per Odjer ma allo scadere ancora Infantino mette i brividi alla difesa rossonera mettendo fuori da buona posizione.
BUIO PESTO. La ripresa inizia con il Foggia in avanti che prova a non far contare l’inferiorità numerica mentre il Taranto non ha interesse a vivacizzare la gara. Gentile irrobustisce l’attacco con Ogunseye per uno spento D’Ursi. Il copione è abbastanza chiaro: il Foggia è stabilmente nella metà campo avversaria, il Taranto cerca l’occasione giusta in contropiede. Al 65’ Vuthaj ci prova timidamente di testa ma mette a lato. I rossoneri non pungono, serve un episodio per scuoterlo e arriva al 78’ quando l’arbitro vede un una spinta in area ai dani di Vuthaj e assegna il rigore tra le proteste tarantine. Gli animi si accendono, Costa si scalda e commette un'ingenuità ingiustificabile. Spinta a un avversario nella confusione dell’area tarantina e rosso anche per lui: Foggia in nove. Sul dischetto va Vuthaj che calcia malissimo e si fa parare la conclusione da Vannucchi. Gentile getta nella mischia anche Nicolao per Garattoni e Frigerio per Di Noia. Il Foggia si riversa in avanti con la forza della disperazione ma non cambia nulla. Finisce 1-0 a Taranto, il Foggia continua a essere nel tunnel della crisi. Picerno (in coppa martedì sera) e Gelbison (campionato, sabato prossimo in trasferta) daranno altri verdetti importanti. Ma il nuovo tecnico avrà un compito difficilissimo: lavorare su una squadra che non ha ancora una sua identità. Al termine della gara la società rossonera intima il silenzio stampa sino a data da destinarsi.