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Quaranta donne sul palco per raccontare l’Africa: quando il teatro è accoglienza e integrazione

Martedì 30 maggio, ore 19, Villaggio Don Bosco

L’integrazione reale, la conoscenza dell’altro da sé, l’apprendimento di una cultura differente. E in mezzo, il teatro: strumento prezioso in grado di unire i valori dell’accoglienza e dello scambio interculturale attraverso un percorso umano e creativo che ha portato alla realizzazione di uno spettacolo vero e proprio. Martedì 30 maggio, alle ore 19 (ingresso ore 18.30), al Villaggio Don Bosco di Foggia (via Lucera, località “Vaccarella”), di scena Papà Dembo raccontami l’Africa, una pièce teatrale a ingresso libero con protagoniste, sul palco, le ospiti dell’albergo diffuso La casa di Abraham e Sarah: ben 40 donne ospitate dalle strutture messe a disposizione dall’Associazione “Comunità sulla strada” di Emmaus e dalla Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus Onlus, chiamate a rappresentare una fiaba africana riadattata per il teatro.

DAL LABORATORIO ALLO SPETTACOLO. Un risultato straordinario quello realizzato da Mariantonietta Mennuni, regista dello spettacolo, nato all’interno del progetto di integrazione Omoyemwen (mi piace mio figlio), cominciato in forma di laboratorio lo scorso ottobre e che, nel corso dell’anno, si è trasformato in uno spettacolo a più voci incentrato sui valori dell’integrazione, raccontando una bella storia di pace. Un lavoro corale sia sul palcoscenico che dietro le quinte, realizzato in collaborazione con i volontari e con l’ausilio di altre figure professionali che, durante il percorso, hanno dato il loro prezioso contributo, come la psicologa Claudia Cammeo, la mediatrice interculturale Stefania Consiglio, l’operatrice Loredana Carrino, la coordinatrice del progetto Anna Valerio (sua l’idea della fiaba africana in formato scenico) e il supervisore al progetto Mario Pierrotti.

TUTTE DONNE PROVENIENTI DALL’AFRICA CENTRALE. “La risposta delle ospiti della Casa di Abraham e Sarah è cresciuta durante l’anno – ha raccontato proprio Pierrotti – alla diffidenza iniziale, infatti, è subentrata fiducia e tanto entusiasmo, soprattutto quando hanno capito che la storia riguardava proprio loro, la loro terra, l’Africa”. La fiaba che dà origine allo spettacolo, infatti, è incentrata su una vicenda di allontanamento dalla casa paterna da parte di un giovane guerriero che, figlio di un re e di una regina di un paese africano, rifiuta l’impostazione militare quale unica possibilità per governare il suo popolo, preferendo ad essa la saggezza pacifica. Un messaggio importante quello di cui si fanno portavoce le donne coinvolte nel progetto, tutte provenienti dalle zone centrali dell’Africa, in prevalenza dalla Nigeria e che, martedì 30 maggio, ricopriranno ciascuna il ruolo di attrice.

SARA’ PRESENTE ANCHE IL PREFETTO. Oltre alla regia di Mariantonietta Mennuni, va precisato, lo spettacolo si avvale delle competenze di: Ilaria Gagliari (oggetti di scena), Patrizia Affatato (costumi), George, Muntazer (voci narranti), Caterina Testini, Lino Di Giorgio e Angela Tullo (consulenza musicale). Un progetto che gode del patrocinio della Prefettura di Foggia che, in occasione dello spettacolo, sarà rappresentata dalla presenza del prefetto di Foggia, Maria Tirone. “Si parla tanto di accoglienza e integrazione – ha dichiarato Rita De Padova in rappresentanza della Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus Onlus – e questo spettacolo è un esempio di come si possa fare accoglienza nel rispetto delle culture, in una logica di scambio interculturale”.

di Redazione 


 COMMENTI
  • Marco

    07/06/2017 ore 14:09:41

    Tutto quello che permette di sentire più vicino ciò che sembra lontano per me ha importanza fondamentale. Con la mia famiglia abbiamo fatto un'adozione a distanza tramite amref, che consente di ricevere lettere e disegni e "toccare con mano" quanto questa vicinanza può essere possibile.
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