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Teatro Giordano, non si placano le polemiche sui posti riservati al Comune: ben 161

La replica del Sindaco: “orgoglioso del tutto esaurito”

Su facebook (e non solo) è polemica ormai. La decisione di riservare a botteghini chiusi ben 161 posti agli amministratori del comune di Foggia e ai loro congiunti (uno per ciascuno), includendo tra questi una settantina di “rappresentanti istituzionali del territorio”, come si legge nella nota ufficiale del Comune, per giunta non ancora pienamente identificati, non va giù ai foggiani. Alla “prima” del 13 dicembre, in occasione del concerto di Riccardo Muti e della sua orchestra Cherubini, in molti avrebbero voluto esserci. 
 
“ALCUNI SONO PIU' UGUALI DEGLI ALTRI”. E a poco è servita anche la comunicazione firmata dal sindaco Franco Landella, entusiasta del “sold out” ottenuto in pochi minuti il quale, nelle sue stesse parole, “è la dimostrazione di un interesse crescente verso Foggia e verso le iniziative culturali che stiamo promuovendo”. Vero, verissimo, com'è vero che dei 466 posti disponibili per l'inaugurazione di un teatro storico e rimasto serrato per circa otto anni, riservarne quasi il 40% alla classe politica e istituzionale è un atto altamente discutibile, tale forse da rivelare una clamorosa impreparazione in chiave di futura gestione culturale (preoccupante, soprattutto con una stagione teatrale di elevato profilo ormai alle porte). Landella parla di “ un unico riguardo” in merito alla gestione dei posti, sottolineando l'assenza di biglietti omaggio e senza entrare nel merito del tipo di posti “riguardati” (va ripetuto: se già riservarli è discutibile, riservare le file migliori lo è ancor di più), minimizzando così l'atto che, com'è stato detto su facebook, rende di fatto alcuni cittadini “più uguali di altri”.  
 
LA RABBIA CORRE SUI SOCIAL. Ad alzare la voce, infatti, sono soprattutto gli utenti del web i quali, più o meno rabbiosamente, dalla chiusura della vendita online (praticamente dieci minuti dopo l'apertura) hanno iniziato a manifestare tutta la propria disapprovazione. “Al Bar Cocozza – ha scritto un utente – c'era una fila lunghissima ma è stato possibile fare solo tre biglietti, e a nulla è servito registrarsi prima sul sito bookingshow”. Una testimonianza (una delle tante del genere) che di fatto rende sterile e infruttuosa la decisione di scaricare sul sistema “Booking Show” ogni responsabilità di questo fulmineo tutto esaurito, così come riportato nel comunicato del Comune: “Il sold-out è avvenuto in pochi minuti perché anche i punti di rivendita 'fisici' erano collegati online, dunque erano virtualmente 'in fila' con tutto il resto d’Italia – si legge nella nota – molti dei biglietti per il concerto sono stati venduti proprio fuori dai confini della Puglia... Ci stupiscono le polemiche che abbiamo letto, anche con riferimento alle modalità di acquisto online: l’iscrizione al nostro portale è da sempre la precondizione fondamentale per acquistare i tagliandi”. 
 
“LA MUSICA E' DEMOCRATICA, LA POLITICA FOGGIANA NO”. Resta una manifestazione di interesse nei confronti del Teatro Giordano da parte della cittadinanza a dir poco entusiastica, tanto da invocare per alcuni membri dell'opposizione al Comune, anch'essi  rientrati tra “i più uguali degli altri”, soluzioni alternative. È quanto chiede ad esempio, e sempre tramite sociale network, l'ex consigliere Sel Leonardo De Santis: “I consiglieri comunali con una coscienza e quelli d'opposizione potrebbero mettere all'asta i loro biglietti a favore di associazioni benefiche”. Infine, non va sottovalutato un appello lanciato su diverse bacheche facebook il quale sta chiedendo a tutti gli utenti scontenti di indirizzare proprio al maestro Muti, al suo indirizzo di posta elettronica, una mail di protesta in nome della musica: “tradizionalmente democratica, a differenza della politica foggiana”.
Su facebook (e non solo) è polemica ormai. La decisione di riservare a botteghini chiusi ben 161 posti agli amministratori del comune di Foggia e ai loro congiunti (uno per ciascuno), includendo tra questi una settantina di “rappresentanti istituzionali del territorio”, come si legge nella nota ufficiale del Comune, per giunta non ancora pienamente identificati, non va giù ai foggiani. Alla “prima” del 10 dicembre, in occasione del concerto di Riccardo Muti e della sua orchestra Cherubini nel redivivo Teatro Giordano, in molti avrebbero voluto esserci.
“ALCUNI SONO PIU' UGUALI DEGLI ALTRI”. E a poco è servita anche la comunicazione firmata dal sindaco Franco Landella, entusiasta del “sold out” ottenuto in pochi minuti il quale, nelle sue stesse parole, “è la dimostrazione di un interesse crescente verso Foggia e verso le iniziative culturali che stiamo promuovendo”. Vero, verissimo, com'è vero che dei 466 posti disponibili per l'inaugurazione di un teatro storico e rimasto serrato per circa otto anni, riservarne quasi il 40% alla classe politica e istituzionale è un atto altamente discutibile, tale forse da rivelare una clamorosa impreparazione in chiave di futura gestione culturale (preoccupante, soprattutto con una stagione teatrale di elevato profilo ormai alle porte). Landella parla di “ un unico riguardo” in merito alla gestione dei posti, sottolineando l'assenza di biglietti omaggio e senza entrare nel merito del tipo di posti “riguardati” (va ripetuto: se già riservarli è discutibile, riservare le file migliori lo è ancor di più), minimizzando così l'atto che, com'è stato detto su facebook, rende di fatto alcuni cittadini “più uguali di altri”.
LA RABBIA CORRE SUI SOCIAL. Ad alzare la voce, infatti, sono soprattutto gli utenti del web i quali, più o meno rabbiosamente, dalla chiusura della vendita online (praticamente dieci minuti dopo l'apertura LEGGI ARTICOLO) hanno iniziato a manifestare tutta la propria disapprovazione. “Al Bar Cocozza – ha scritto un utente – c'era una fila lunghissima ma è stato possibile fare solo tre biglietti, e a nulla è servito registrarsi prima sul sito bookingshow”. Una testimonianza (una delle tante del genere) che di fatto rende sterile e infruttuosa la decisione di scaricare sul sistema “Booking Show” ogni responsabilità di questo fulmineo tutto esaurito, così come riportato nel comunicato del Comune: “Il sold-out è avvenuto in pochi minuti perché anche i punti di rivendita 'fisici' erano collegati online, dunque erano virtualmente 'in fila' con tutto il resto d’Italia – si legge nella nota – molti dei biglietti per il concerto sono stati venduti proprio fuori dai confini della Puglia... Ci stupiscono le polemiche che abbiamo letto, anche con riferimento alle modalità di acquisto online: l’iscrizione al nostro portale è da sempre la precondizione fondamentale per acquistare i tagliandi”.
“LA MUSICA E' DEMOCRATICA, LA POLITICA FOGGIANA NO”. Resta una manifestazione di interesse nei confronti del Teatro Giordano da parte della cittadinanza a dir poco entusiastica, tanto da invocare per alcuni membri dell'opposizione al Comune, anch'essi  rientrati tra “i più uguali degli altri”, soluzioni alternative. È quanto chiede ad esempio, e sempre tramite sociale network, l'ex consigliere Sel Leonardo De Santis: “I consiglieri comunali con una coscienza e quelli d'opposizione potrebbero mettere all'asta i loro biglietti a favore di associazioni benefiche”. Infine, non va sottovalutato un appello lanciato su diverse bacheche facebook il quale sta chiedendo a tutti gli utenti scontenti di indirizzare proprio al maestro Muti, al suo indirizzo di posta elettronica, una mail di protesta in nome della musica: “tradizionalmente democratica, a differenza della politica foggiana”.

di Redazione 


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