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Teatro Giordano, no del Comune alla transazione con Raco: sconfessata la linea Landella-Cangelli

Con 18 voti a favore e l’astensione dei due consiglieri del Movimento Cinque Stelle Quarato e Fatigato, il Consiglio Comunale di Foggia, nella riunione di oggi 4 settembre, ha deliberato di non accogliere la transazione da 1,7 milioni di euro, proposta dal giudice Francesca Scillitani per chiudere la contesa nel processo in corso contro la Raco, società esecutrice dei lavori al Teatro Giordano.

LA STORIA ANNOSA. La vicenda si riferisce all’appalto dei lavori di ristrutturazione del Teatro Giordano che, per ben nove anni, dal 2005 al 2014, ne hanno impedito l’apertura. La decisione della massima assise comunale pone termine all’annosa questione, iniziata proprio nel 2014 e sconfessa la linea seguita in questi anni dal sindaco Franco Landella e dall’assessore al contenzioso Sergio Cangelli che, ritenendo alto il rischio di soccombere in giudizio, in diverse occasioni hanno portato all’attenzione del consiglio comunale proposte di deliberazione dal tenore esattamente contrario, tendenti a far approvare la conciliazione.

I LAVORI MAI FINITI. I lavori dovevano concludersi nel giugno 2009 ma sono proseguiti per oltre tre anni. Nel mezzo, una serie di atti incompleti, fuorvianti e contraddittori che messi insieme rappresentano il tipico caso di ‘sciatteria amministrativa’ non adeguatamente controllata dalla politica. Si va da un registro di contabilità lavori non vidimato a un certificato di ultimazione lavori non sottoscritto dal direttore dei lavori, dalla nomina di un collaudatore incompatibile in quanto anche consulente tecnico di parte alla mancata adozione degli atti dovuti per respingere un collaudo inesatto.

LA TRANSAZIONE FORTEMENTE VOLUTA. Nonostante le evidenze di un andamento quanto meno anomalo dei lavori da parte della Raco, l’Amministrazione comunale targata Landella e, in particolare l’assessore Cangelli, sin dall’insediamento, hanno scelto una via ‘morbida’ rispetto alle pretese dell’impresa, tentando più volte di seguire la via della transazione. Lo ripercorre in una nota del marzo scorso anche il nuovo Segretario generale dell’Ente, Gianluigi Caso. Già nel novembre 2014 - scrive - era stata predisposta la proposta di delibera n. 448, firmata da Cangelli, nella quale si invitava il consiglio a definire bonariamente il giudizio in corso per un importo di 2milioni di euro, nonostante vi fosse un parere sfavorevole del dirigente dei servizi finanziari. La proposta si allineava alle conclusioni del nuovo collaudatore, l’ing. Rocco, e del Ctu del tribunale, l’ing. Paoletti. Nel novembre del 2018, evidenzia ancora il segretario generale, fu portata in consiglio una nuova proposta di deliberazione, la n. 467 anche questa nonostante il parere contabile sfavorevole, con la quale si sottoponeva all’attenzione del consiglio comunale la transazione con la Raco questa volta per un importo di 1,7 milioni di euro, la stessa somma che poi il giudice ha formulato sentite le parti. La volontà di trovare una soluzione bonaria con l’impresa era stata assecondata anche dall’ex dirigente dell’avvocatura, Domenico Dragonetti, ora in quiescenza. Era stato proprio lui a stilare la proposta di delibera nel 2018, a seguito dell’incontro tra Cangelli e il legale della Raco avvenuto il 6 novembre di quell’anno. Lo dimostra una mail inviata il 14 dicembre dal dirigente all’ufficio di gabinetto del sindaco e all’assessore Cangelli. Dragonetti spiega che, ricevuto un primo parere negativo dal dirigente contabile, aveva provato con una nuova mail a fargli cambiare idea ma aveva avuto nuovamente risposta negativa, il che rendeva presumibile un parere negativo del collegio dei revisori. Nonostante ciò, si arriva a marzo ad una nuova proposta di delibera pro-transazione, la 39/2020, reiterata anche nel luglio 2020.

LA BOCCIATURA. Fino al consiglio di oggi. A cambiare le carte in tavola è stato, a fine agosto, il parere legale reso dall’avvocato Puzio che ha sostituito Dragonetti. La sua posizione è diametralmente opposta al suo predecessore e ritiene “manifestamente tardiva e presuntuosa” e pertanto “da rigettare in linea di fatto e di diritto” la riserva più onerosa presentata dalla Raco, quella che per cui sono richiesti al Comune circa 2milioni di euro. Da qui la decisione di “ritenere la non convenienza all’accettazione della proposta conciliativa”. Un parere che ha dato il via libera al no della maggioranza dei consiglieri e alla bocciatura della transazione. Anche se la partita vera non è finita e si giocherà in tribunale laddove il giudizio è ancora in corso. Prossima udienza per la precisazione delle conclusioni fissata a gennaio 2021.

LANDELLA: "CI PREOCCUPA IL GIUDIZIO". "Dopo anni siamo riusciti, finalmente, a porre la parole fine da un punto di vista politico e amministrativo sulla vicenda della transazione in favore della ditta che si è occupata dei lavori di ristrutturazione del Teatro Giordano" ha commentato il sindaco al termine del consiglio. "Questa vicenda dimostra una schizofrenia amministrativa, oltre che una sciatteria politica risalente all'Amministrazione che ci ha preceduto. Episodio confermato dallo stesso consigliere del PD, Pippo Cavaliere, che durante il suo intervento in aula ha ammesso di essersi dovuto comportare più da tecnico che da assessore, durante il suo mandato nell'Amministrazione Mongelli, per venire a capo di questa intricata faccenda". Il sindaco, inoltre, si dice preoccupato dell'esito della causa in corso: "Qualcuno, in modo fittizio, ha fatto credere che noi fossimo a favore della transazione, mentre abbiamo sempre chiesto al Consiglio comunale di esprimesi in merito. Ci auguriamo che in giudizio ci possa essere una sentenza favorevole e di chiudere del tutto una questione che si trascina da troppo tempo, anche se la relazione del CTU, Carlo Paoletti, ha dichiarato illegittima la risoluzione contrattuale effettuata dalla precedente Amministrazione, circostanza che ci preoccupa notevolmente".

di Michele Gramazio


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