LO SPETTACOLO. L’idea - spiega il regista, Roberto Ruggiero - è quella di mantenere la storia e le caratteristiche della commedia ma di trasferirla nei luoghi e nel gergo della nostra zona, scelta fatta per non scimmiottare un dialetto che non ci appartiene e per sentire più vicina questa storia. La compagnia La Farsa non è nuova a tali esperimenti infatti, con un buon successo ha già portato in scena pochi anni fa “Ditegli sempre di si” di Eduardo De Filippo. La versione di questa commedia proposta dal regista è più vicina a quella del film portato al successo dall’immenso Totò rispetto alla versione della commedia di Scarpetta che si differenzia non poco dal film ma, anche in questo caso la scelta è ricaduta sull’arrangiamento più leggero e più ricco di situazioni grottesche ed esilaranti. "Credo - sottolinea il regista - che il miglior consiglio che si possa dare in queste occasioni per appagare la curiosità è quella di andar a vedere con i propri occhi il lavoro di circa una ventina di svalvolati tra adulti e giovani attrici e attori che si concedono alla passione del teatro e che credono che la cultura in tutte le sue forme possa aiutare a formare coscienze migliori".
LA COMPAGNIA. La Farsa è strettamente legata alle attività dell’associazione culturale Le Opere dell’Opera. Impegnata da molti anni in attività culturali e soprattutto nei laboratori teatrali – con una particolare attenzione ai più giovani –, la compagnia ha la sua “base” presso l’Opera San Michele di Foggia, dove i tanti componenti del gruppo (nonché dell’Associazione Le Opere dell’Opera) si impegnano in una lodevole opera socioeducativa, che ha l’obiettivo di limitare l’evasione scolastica, aiutare le famiglie in stato di disagio socioeconomico e dare una mano a quanti (specie i bambini e i ragazzi in età scolastica) hanno difficoltà a seguire con regolarità l’indispensabile percorso di istruzione. E dunque, l’associazione propone laboratori teatrali, teatro di burattini, una sorta di “teatro della liberazione” che viene svolto anche presso le istituzioni scolastiche.
LA TRAMA. Felice Sciosciammocca (Antonio Ruggiero),
incarcerato ingiustamente per un delitto, in galera familiarizza con un
lestofante, Faina (Roberto Ruggiero). Sciosciammocca mostra subito una forza
straordinaria. Quando capisce di essere stato condannato a morte, accetta la
proposta di evasione di Faina, piegando senza problemi le sbarre della cella.
Usciti di prigione, i due incontrano un forestiero turco che chiede indicazioni
per la stazione, poiché deve recarsi a Sorrento per lavoro. Compreso che
nessuno conosce l’uomo, Faina e Felice lo stordiscono e lo derubano. Il primo
convince il secondo ad andare a Sorrento con i documenti del forestiero per
prenderne il posto di lavoro e l’identità. Felice scopre che il turco sarebbe
dovuto andare a bottega di don Pasquale Catone (Angelo Ruggiero), uomo ricco ma
gelosissimo della moglie Giulietta (Loredana Mele) e della figlia Lisetta
(Alessia Di Corcia). Don Pasquale attendeva il forestiero che gli era stato
promesso dall'On. Cocchetelli, il quale vuole ingraziarselo in vista delle
prossime elezioni. L'onorevole invia una lettera a Pasquale che, casualmente,
giunge poco dopo l'arrivo di Felice, lettera in cui comunica all'uomo che il
turco è un eunuco. Pasquale, per delicatezza, non chiede conferma all'ignaro
Felice e anzi, su suggerimento dell'amico don Ignazio (Luigi Papa), lo mette a
guardia di moglie e figlia, garantendogli anche uno stipendio. L'uomo non
comprende il motivo di tanta generosità ma accetta l'offerta e si fa benvolere
da Giulietta, Lisetta, dalla moglie di Ignazio, Angelica (Rosanna Rabaglietti),
e dalla cameriera Concetta. Durante il suo lavoro a casa Catone arriva Faina,
al quale non dice nulla dello stipendio, e scopre l'amore tra Lisetta e un
giovane poeta, amore tenuto nascosto poiché Pasquale l’aveva promessa a don
Carluccio (Antonio Castucci), rozzo nipote di don Ignazio. Durante la cerimonia
di fidanzamento tra Lisetta e Carluccio, Felice seduce sia Giulietta che
Angelica, mentre tutti sono in fermento per l'arrivo dell'On. Cocchetelli e
della moglie (che in realtà è l'amante, una ballerina francese che Felice aveva
già visto a teatro). Mentre Lisetta rompe il fidanzamento, mandando su tutte le
furie Carluccio, Cocchetelli trova Felice in atteggiamento intimo con l'amante,
scoprendo che l'uomo non è il turco che aveva promesso a don Pasquale. Il politico
però non può rivelare nulla a Catone perché la cosa lo metterebbe in cattiva
luce con il ricco ed influente padrone di casa. La verità viene ugualmente
svelata a Pasquale da Faina che, scoperto il ricco compenso percepito da
Felice, decide di vendicarsi e farlo cacciare. Pasquale va su tutte le furie
sia con Felice che con l'Onorevole, ma in quel momento arriva anche Carluccio,
che grida vendetta per l'affronto subìto da parte di Lisetta. Il prepotente
nipote di Ignazio viene messo in fuga dalla forza sovrumana del falso turco. La
storia si conclude con Don Pasquale che ringrazia Felice per l'aiuto offertogli
e concede a Lisetta di fidanzarsi col suo innamorato, mentre Cocchetelli
riceverà l'aiuto di don Pasquale e degli altri elettori per vincere le elezioni.