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Tentata estorsione in concorso. Imprenditori denunciano, due arresti sul Gargano

Le indagini della polizia, 'infiltrata' tra gli operai

Dopo la denuncia di due imprenditori, costretti ad abbandonare un lavoro regolarmente appaltato perché divenuti oggetto di intimidazioni e minacce, sono partite le indagini della polizia. Indagini esperite dall’interno, dal luogo di lavoro, dove alcuni agenti sotto copertura hanno affiancato operai specializzati ingaggiati per eseguire dei lavori di disboscamento nella vasta zona del “bosco di Manfredonia”, in agro di Monte Sant’Angelo. 
LA INDAGINI. Un metodo vincente già sperimentato nel Napoletano. In questo modo gli agenti della squadra mobile di Foggia e del commissariato sipontino hanno potuto da una parte tutelare le maestranze assoldate e dall’altra raccogliere prove e indizi in merito alla denuncia. In questo modo sono state raccolti importanti elementi circa due dei presunti autori della tentata estorsione in concorso. Si tratta di due cugini, Salvatore Ricucci, detto “Salvino”, 46enne di Monte Sant’Angelo ed il più giovane Pasquale Ricucci, manfredoniano di 38anni, meglio conosciuto come “fic secc”. Di loro, le cronache locali ne avevano parlato in modo trasversale. Ancora dodicenne, Salvatore, con piccoli pregiudizi di polizia, fu coinvolto e ferito nell’agguato durante il quale fu assassinato il padre Lorenzo. Era il 1978 e a quell’episodio si riconduce l’inizio della trentennale faida del Gargano. Pasquale, invece, con pregiudizi penali e di polizia, è il figlio del defunto Giovanni, misteriosamente scomparso nel 1994. I suoi resti furono ritrovati sei anni dopo, nel maggio 2000, nelle campagne tra Manfredonia e Monte Sant’Angelo, all’interno di una cisterna naturale per la raccolta delle acque.

di Redazione 


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