Stampa questa pagina

Ti rubo l’identità e poi i soldi: anche a Foggia in aumento le frodi creditizie

Nel 2014 i casi di frode creditizia mediante furto di identità rilevati in Italia dall’Osservatorio di CRIF sono stati circa 25.500, per una perdita economica che ha raggiunto i 171 milioni di Euro. Nello specifico, le frodi creditizie sono quegli atti criminali che si realizzano mediante furto di identità (attraverso tecniche come phishing, vishing, ecc) e il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene.

I DATI PUGLIESI. Da quando l’Osservatorio CRIF sui furti di identità e le frodi creditizie – giunto alla ventesima edizione - ha iniziato a monitorare in modo sistematico e strutturato il fenomeno, è emersa una dimensione assolutamente preoccupante seppur non sempre associata ad un’adeguata consapevolezza e a comportamenti di autotutela realmente efficaci. Per quanto riguarda nello specifico la Puglia, nell’ultimo anno sono stati ben 2.087 i casi rilevati, dato che colloca la regione al 5° posto nella graduatoria nazionale capeggiata dalla Campania.

A FOGGIA REATI IN AUMENTO. In Regione il maggior numero di casi è stato registrato nella provincia di Bari, che con 567 frodi compiute nel corso del 2014 si posiziona all’8° posto assoluto del ranking nazionale, seguita da Lecce, in 10^ posizione con 390 casi. Per altro è stata proprio la provincia di Lecce ad aver fatto segnare la crescita più consistente rispetto all’anno precedente, con un eloquente +11,5%. Significativo anche l’aumento del numero di casi nella provincia di Foggia, con +10,8%, con 321 casi registrati nel 2014.

IL VADEMECUM PER DIFENDERSI DA QUESTE INSIDIE. Prima di tutto è necessario elevare il livello di allerta e di autotutela, ad esempio ponendo la massima attenzione a ciò che viene condiviso online: infatti, spesso i ladri di identità ricorrono a informazioni che noi stessi abbiamo pubblicato su siti e social network. Un esempio semplice? Se si condivide una foto del proprio cane e il suo nome è utilizzato come password della casella di posta elettronica o dell’internet banking si rischia di fare un grande regalo ai malintenzionati. Le informazioni contenute nei profili pubblici possono essere usate anche per preparare trappole perfette: questo è il meccanismo che sta alla base del phishing e di altre attività truffaldine perpetrate via email. Un’altra importante barriera difensiva è rappresentata dalle password che vengono scelte per i servizi a cui si è iscritti: è consigliabile usare una password diversa per ogni profilo e assicurarsi che sia a prova di violazione. È essenziale aggiornare sistematicamente programmi e sistemi operativi perché spesso le vulnerabilità delle vecchie versioni sono utilizzate dai frodatori per installare software malevolo, in grado di spiare e rubare le password. Computer, smartphone e tablet sono a rischio anche quando si decide di rivenderli o di buttarli, per questo bisogna essere sicuri che i dati personali siano stati eliminati definitivamente. Diversamente, recuperarli potrebbe non essere così difficile per un frodatore esperto. Non va però posta attenzione solo alla tecnologia, in quanto ci sono malintenzionati abili nel recuperare dati sensibili anche dalla spazzatura. Pertanto, ogni volta che si butta un documento che contiene informazioni personali o sensibili è sempre meglio distruggerlo o, quanto meno, renderlo illeggibile prima di cestinarlo.

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload