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Tozzi Electrical ai sindacati: "Se non accettate i 32 tagli li licenziamo tutti"

La dirigenza alza il tiro della minaccia

 

Si fanno sempre più torbide le acque in cui sono costretti a navigare gli operai foggiani della Tozzi Electrical Equipment, la holding ravennate produttrice di quadri elettrici ed energia rinnovabile presente da 30 anni sul territorio dauno con uno stabilimento.
 
L'ipotesi avanzata dal nuovo amministratore delegato, Armando Rossi, di 32 imminenti licenziamenti (sulle 90 unità di produzione che operano nella sede di Borgo Incoronata) resta inflessibile ed anzi si aggrava. Nel secondo esame congiunto tra vertici aziendali e sigle sindacali, svoltosi ieri, Rossi avrebbe alzato il tiro del "ricatto": "O accettate il licenziamento delle 32 unità lavorative previsto nel nostro piano industriale oppure vi licenziamo tutti e chiudiamo lo stabilimento", avrebbe detto, secondo quanto riferito dalla segreteria della Fiom-Cgil, l'amministratore delegato della Tozzi nell'incontro tenutosi a Foggia presso l'associazione degli industriali.
 
Un atteggiamento duro, durissimo, che però trova la ferma opposizione da parte delle maestranze, che, solo l'altro ieri, avrebbero dato mandato alle segreterie sindacali di non firmare nessun tipo di accordo che preveda i 32 tagli.
 
La proposta alternativa su cui i rappresentanti sindacali avrebbero voluto lavorare per cercare un accordo con la dirigenza prevedeva una serie di forme di tutela per gli esuberi: cassa integrazione, contratti di solidarietà o ricollocamento dei lavoratori presso una delle 10 aziende che la holding ravennate possiede in tutta Italia. Ma la dirigenza della Tozzi non ha spostato di una virgola le proprie intenzioni sullo sfoltimento del personale foggiano e anzi, come detto, ha rincarato la dose minacciando la chiusura dello stabilimento.
 
“Questi licenziamenti ventilati rasentano l’assurdità, per un’azienda che finora non aveva mai dato segni di subire il periodo di crisi economica – spiega Christian Tricarco, rappresentante Rsu della Fiom-Cgil dell’azienda - La famiglia Tozzi ha creato il proprio impero sul nostro territorio. Era una cordata sull’orlo del fallimento, 30 anni fa, e si è rilanciata proprio grazie a Foggia, città nella quale, non a caso, ha impiantato la sua sede legale. Facciamo appello alle istituzioni e all’opinione pubblica affinché facciano quadrato attorno alla drammatica situazione delle maestranze foggiane della Tozzi”.
 
Oggi, dunque, si terrà un altro incontro in cui i sindacati riferiranno ai lavoratori quanto emerso dall’esame congiunto di ieri per capire la volontà di questi ultimi alla luce del “ricatto” dell’azienda.
 
E’ alta la possibilità che all’interno della trattativa si vada verso il mancato accordo. In tal caso si prospetta un tavolo di mediazione con la Provincia di Foggia o la Regione Puglia.
Si fanno sempre più torbide le acque in cui sono costretti a navigare gli operai foggiani della Tozzi Electrical Equipment, la holding ravennate produttrice di quadri elettrici ed energia rinnovabile presente da 30 anni sul territorio dauno con uno stabilimento.
L'ipotesi avanzata dal nuovo amministratore delegato, Armando Rossi, di 32 imminenti licenziamenti (sulle 90 unità di produzione che operano nella sede di Borgo Incoronata) resta inflessibile ed anzi si aggrava. 

 

POSIZIONI INFLESSIBILI. Nel secondo esame congiunto tra vertici aziendali e sigle sindacali, svoltosi ieri, Rossi avrebbe alzato il tiro del "ricatto": "O accettate il licenziamento delle 32 unità lavorative previsto nel nostro piano industriale oppure vi licenziamo tutti e chiudiamo lo stabilimento", avrebbe detto, secondo quanto riferito dalla segreteria della Fiom-Cgil, l'amministratore delegato della Tozzi nell'incontro tenutosi a Foggia presso l'associazione degli industriali.
Un atteggiamento duro, durissimo, che però trova la ferma opposizione da parte delle maestranze, che, dopo aver scioperato per 8 ore poco più di una settimana fa, solo l'altro ieri, avrebbero dato mandato alle segreterie sindacali di non firmare nessun tipo di accordo che preveda i 32 tagli.
La proposta alternativa su cui i rappresentanti sindacali avrebbero voluto lavorare per cercare un accordo con la dirigenza prevedeva una serie di forme di tutela per gli esuberi: cassa integrazione, contratti di solidarietà o ricollocamento dei lavoratori presso una delle 10 aziende che la holding ravennate possiede in tutta Italia. Ma la dirigenza della Tozzi non ha spostato di una virgola le proprie intenzioni sullo sfoltimento del personale foggiano e anzi, come detto, ha rincarato la dose minacciando la chiusura dello stabilimento.
TRICARICO: "AZIENDA INGRATA". “Questi licenziamenti ventilati rasentano l’assurdità, per un’azienda che finora non aveva mai dato segni di subire il periodo di crisi economica – spiega Christian Tricarco, rappresentante Rsu della Fiom-Cgil dell’azienda - La famiglia Tozzi ha creato il proprio impero sul nostro territorio. Era una cordata sull’orlo del fallimento, 30 anni fa, e si è rilanciata proprio grazie a Foggia, città nella quale, non a caso, ha impiantato la sua sede legale. Facciamo appello alle istituzioni e all’opinione pubblica affinché facciano quadrato attorno alla drammatica situazione delle maestranze foggiane della Tozzi”.
Oggi, dunque, si terrà un altro incontro in cui i sindacati riferiranno ai lavoratori quanto emerso dall’esame congiunto di ieri per capire la volontà di questi ultimi alla luce del “ricatto” dell’azienda.
E’ alta la possibilità che all’interno della trattativa si vada verso il mancato accordo. In tal caso si prospetta un tavolo di mediazione con la Provincia di Foggia o la Regione Puglia.

di Redazione 


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