Tra Lega e legalità, l'analisi di Tosi: "Renzi è bravo, ma il centrodestra si fa male da solo"
Ieri il sindaco ha acceso il "faro" a Foggia
Un sindaco leghista a Foggia sembrava fantascienza. Si è scomodata persino ‘Big Snow’, la perturbazione che sta coinvolgendo il nord Italia, per cercare di impedire il suo arrivo. Ma Flavio Tosi, il sindaco di Verona, arriva con soli trenta minuti di ritardo. Si scusa persino, illustrando minuziosamente i cambi di strategie utilizzate per attraversare 690 chilometri di Bel Paese che separano la città di Romeo e Giulietta da quella di Umberto Giordano. Un Tosi chiaramente conciliante, che porta in tour la ‘legalità contagiosa’, una filosofia di pensiero che grazie alla metafora del faro, cerca di accendere la luce della speranza nel cuore di tutti gli elettori del Paese. Lo accoglie una platea particolarmente attenta e silenziosa, nell’Auditorium della Biblioteca Provinciale colmo come solo nelle grandi occasioni.
LA
LEGALITÀ COME FIL ROUGE. “Abbiamo scelto la legalità come tema perché, nella nostra città, questo tema sta diventando una necessità preponderante”: apre così i lavori la giornalista Luisa Migliaccio, moderatrice del convegno. Il primo cittadino foggiano interviene subito dopo, porta i saluti dell’amministrazione comunale e introduce il tema, rimarcando i traguardi conquistati in questi mesi dal suo gruppo, primo fra tutti riguardante l’annullamento del contratto sul tribunale di Piazza Padre Pio. “La legalità non può essere una bandiera sventolata dal vento di destra o da quello di sinistra. Deve essere una priorità dei cittadini, prima che delle forze dell’ordine”, ha commentato Landella.
LE IDEE POLITICHE DI TOSI. L’intervento di Flavio Tosi ha un carattere perlopiù politico, che rimarca i temi della legge elettorale, della necessità di primarie di coalizione: “l’Italia non è un Paese di sinistra, ma ha governi comunali di sinistra, governi regionali di sinistra e un governo centrale di sinistra. Indiscutibilmente il Presidente del Consiglio ha i suoi meriti, ma la coalizione di centrodestra ha il demerito di essere spaccata al suo interno, di dover lottare continuamente con le difficoltà che si autoinfligge. Non siamo competitivi, perché abbiamo sottovalutato la concorrenza. Non siamo competitivi, perché ci siamo divisi quando era il momento di unirsi.” E per quello che riguarda la difficoltà delle imprese di superare la crisi aggiunge: “il dramma di questo Paese è che non siamo in crisi per una mancata capacità delle imprese economico-produttive. Siamo in crisi per le mancanze della politica. Non dico che la politica dovrebbe essere il meglio ma, almeno, non dovrebbe rappresentare il peggio. E il fatto che io sia un politico, dà l’idea di quanto ne sia convinto”.
IL RILANCIO DELLE IMPRESE. La volontà è quella di cercare di coniugare la legalità con l’idea di un’impresa nuova, competitiva e ‘in regola’. Ognuno ha la sua ricetta, ma pare che l’ingrediente segreto sia racchiuso nelle parole ‘rivoluzione culturale’. La invoca a gran voce il sindaco Franco Landella, ne esalta le potenzialità il presidente del consiglio comunale Luigi Miranda che, accompagnato da fragorosi applausi, lancia una provocazione: “Le bombe esplodono quando la criminalità non ottiene quello che vuole. Rappresentano quindi la debolezza della criminalità. Proprio per questo, ogni volta che esplode un ordigno dobbiamo utilizzare tutte le nostre forze per combattere la devianza”.
L’ILLEGALITÀ, UN PROBLEMA ITALIANO. L’illegalità è un problema che investe tutto il Paese, una piaga che sembra espandersi centimetro dopo centimetro per tutta la penisola. La speranza è che avvenga il contrario, che sia la legalità a ‘contagiare’ e non l’illegalità ad ‘infettare’. “Per fare questo è necessario che si capisca che la pressione fiscale va ridotta, magari di 18 punti percentuali come avviene in Germania. Serve uno snellimento della burocrazia, e la parità nei trattamenti bancari per le aziende di tutto il territorio nazionale”, ha affermato il presidente di Confindustria di Foggia Gianni Rotice.
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