Un traffico di 548 reperti archeologici scavati clandestinamente, che coinvolgeva ventuno “tombaroli”, per un valore di circa centomila euro. Sono i numeri dell’operazione dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari, che con il Nucleo CC TPC di Napoli e l’Arma territoriale del Comando Provinciale CC di Foggia, hanno eseguito 21 decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica di Foggia nei confronti di persone ritenute responsabili dei reati di ricettazione, ricerche archeologiche non autorizzate ed impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato.
SCAVI CLANDESTINI. E’ stato accertato che le persone coinvolte, tutte originarie della provincia di Foggia, ad eccezione di quattro campani, eseguivano con frequenza ricerche archeologiche, senza le necessarie autorizzazioni da parte della Soprintendenza, al fine di impossessarsi dei beni da riproporre per la vendita sul mercato clandestino. Gli scavi erano eseguiti con metodi approssimativi e senza criterio scientifico, danneggiando talvolta irrimediabilmente le antiche strutture rinvenute.
I REPERTI SEQUESTRATI. A seguito delle perquisizioni, sono stati sequestrati : 91 reperti archeologici integri in ceramica (brocche a vernice rossa, kylix, skyphos, lekythos a vernice nera e coppette) risalenti al IV –III sec. a.C.; 38 frammenti di reperti archeologici; 37 reperti fossili; 42 oggetti in metallo (fibule, anelli, pesi da telaio e statuette votive); 4 metal detector; 2 parti di ricambio di metal detector; 340 monete di natura archeologica, in argento e bronzo, risalenti varie epoche; materiale da scavo. Il cospicuo patrimonio culturale trafugato dai “tombaroli” e recuperato dai carabinieri sarà restituito alla Soprintendenza per i Beni Archeologici.