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Tragedia Orta Nova, il Sindacato di Polizia Penitenziaria: “Subito sportelli di aiuto psicologico per gli agenti”

Ciro Curcelli, autore della strage, lavorava al carcere di Foggia

Ciro Curcelli ha ucciso nella notte moglie e due figlie nella propria abitazione ad Orta Nova e si è poi sparato, morendo poco dopo all'ospedale di Foggia, dove era stato trasportato dal personale del 118. L'autore della strage familiare era un agente in servizio al carcere di Foggia.

LAVORO STRESSANTE. Sullo sconcertante episodio interviene il Sindacato di Polizia Penitenziaria. “ La tragedia di Orta Nova che ha coinvolto un assistente capo della polizia penitenziaria – afferma il segretario generale Aldo Di Giacomo - provoca sgomento e dolore e ripropone un'emergenza sulla quale tutti dobbiamo riflettere ed intervenire: il lavoro dell’agente di polizia penitenziaria può rappresentare una forte condizione di stress per gli operatori, in relazione ad aspetti organizzativi, quali turni ed orari, sopratutto notturni, ai carichi di lavoro, al difficile rapporto con i detenuti e alle condizioni scadenti in cui versano le strutture ed i mezzi”.

SPORTELLI DI AIUTO PSICOLOGICO. Da tale considerazione, nasce la proposta: “Di tanto in tanto – ricorda Di Giacomo - si propone l'istituzione nelle carceri di Sportelli di Ascolto-Aiuto Psicologico per i detenuti. Qualche esperienza è stata già fatta. Ma non abbiamo mai sentito nessuno parlare di servizi, assistenza di aiuto psicologico per il personale penitenziario. Eppure non è difficile cogliere nelle carceri, tra il personale in servizio per un lavoro fortemente usurante, un quadro molto problematico fatto di depressione, ansia, alterazione della capacità sociale. Non si puo' ulteriormente negare l’esigenza di un supporto psicologico e di controlli sanitari periodici. In definitiva, ciò che occorre in primo luogo garantire all’agente penitenziario è proprio il supporto, in termini di procedure definite, formazione, comunicazione con la direzione, chiarezza degli obiettivi e dei criteri a cui attenersi. Solo in questo modo potrà sentirsi un operatore della giustizia indispensabile per la tenuta della società superando la diffusa delegittimazione che fa seguito alla recente sentenza della Corte di Giustizia Europea secondo la quale i nostri agenti sarebbero dei “carcerieri disumani”.

LA 'STRAGE SILENZIOSA'. Il segretario generale del S.P.P., Aldo Di Giacomo, rammenta inoltre la cosiddetta 'strage silenziosa' vale a dire il numero decisamente elevato di suicidi che si registrano tra gli agenti penitenziari. L'ultimo caso è avvenuto meno di 48 ore fa a Piacenza: “Se ci fosse bisogno di ulteriore esempio della gravità delle condizioni di lavoro in carcere – dichiara Di Giacomo - solo due giorni fa è avvenuto l'ennesimo suicidio di un poliziotto penitenziario di 53 anni, da molti anni in servizio nel carcere di Piacenza, che si è tolto la vita presso la propria abitazione. Qualcuno l'ha definita una “strage silenziosa” che purtroppo trova riscontro in pochi righi sui giornali locali. che non si possono aspettare le tragedie. Bisogna che l'Amministrazione Penitenziaria, le Regioni a cui sono delegate funzioni di sanità in carcere, investano nella prevenzione della salute fisica e mentale del personale come dei detenuti”.

di Redazione 


 COMMENTI
  • Marco

    13/10/2019 ore 10:36:09

    Chisto lavoro è usuruabile al massimo , apri e chiudi porta li carcerati nei carceri nu lavoro senza ne cap ne piedi, sempre esaurito i guardie non dovevano tenere pistole e le traduzioni tornassero ai carabinieri, il ministero ha fato un sbaglio a dare i traduzioni alla guardia carceraria
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