Si sente preso in giro da Elena Gentile, che “ci aveva messo la faccia”. Accusa ex sindacalisti e capo del personale. E parla di “interessi tra frati e politici” che vengono prima di tutto. Infine, sente “puzza di bruciato” e intende fare chiarezza se questo trasferimento “è stato pilotato con atti amministrativi poco chiari”.
CONTRO LA GENTILE. Massimiliano Di Fonso, il segretario Confederale Usppi (Unione Sindacati Professionisti Pubblico Privato Impiego) è un fiume in piena. E affida a una polemica nota il commento sul Centro Padre Pio, che dopo 40 anni di assistenza sanitaria a Manfredonia, viene trasferito a San Giovanni Rotondo, in virtù della Determinazione del Dirigente regionale Servizio Accreditamento e Programmazione Sanitaria n. 10 del 31 gennaio.. Innanzitutto, si rivolge all’assessore regionale alla Sanità. “Elena Gentile – scrive di Fonso - non ha preso in giro l’Usppi, invece ha preso in giro quelle donne che l’hanno ospitata in cas , assicurando che dovevano passare sul suo corpo prima che potesse avvenire il trasferimento. Questa è la farsa dell’Assessore alla Salute, questo è il risultato della incapacità di poter essere coerenti con la gente e che prima di tutto vengono gli interessi fra Frati e Politici”.
I NOMI. L’assessore, ma non solo. Ed ecco un breve elenco di quelli che Di Fonso ritiene responsabili. “Siamo convinti quindi – evidenzia il segretario Usppi - che la chiusura vada a potenziare l'hinterland ospedaliero di San Giovanni Rotondo e che quindi questa è la strategia messa a segno da Lino D’Andrea, direttore amministrativo del Centro, dall’Ex Sindacalista Giacomo Forte, direttore delle Professioni Sanitarie passato a miglior stagione sul carro di frate Colacelli e dalla Sig.ra Libera Giardino, capo del personale”.
“PUZZA DI BRUCIATO”. E, come “ciliegina sulla torta”, ecco che Di Fonso nutre dubbi sulla legittimità del provvedimento. “Vogliamo capire bene le motivazioni occulte – scrive - , chi ha autorizzato e del perché di questo trasferimento gestito fra la Asl Fg e la Regione Puglia, vogliamo fare chiarezza se il trasferimento è stato pilotato con atti amministrativi poco chiari. In questa storia si sente puzza di bruciato: infatti contro questa vera ingiustizia, contro il barbaro trasferimento dei pazienti ormai diventati pacco postale, il sindacato Usppi intende far conoscere ai cittadini di Manfredonia e Monte Sant’Angelo il perché il centro sia diventato veicolo di interessi a danno della salute di questa comunità” .