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Un totem all’ingresso di Foggia per ricordare i braccianti morti: la sberla a Landella e Lega dell’artista Tricarico

Sugli ex silos di Casillo, l’opera imponente

“Un totem all'ingresso di Foggia. Forse il luogo più trafficato da chi ha un legame più o meno stretto con questa città. Realizzato in ricordo dei 16 braccianti morti due anni fa, con un'immagine che rappresenta l'ultimo gesto che hanno compiuto poco prima di morire”. 


UNA SBERLA A LANDELLA E LEGHISTI. A realizzarlo è l’artista foggiano Alessandro Tricarico, con tanto di testo d’accompagnamento che ne spiega la motivazione, pubblicato sul suo profilo Instagram a corredo del video che immortala la straordinaria opera: un’immagine enorme, all’ingresso della città, in via Manfredonia. Su quelli che erano gli ex silos Casillo: uno dei primi edifici che si incontrano entrando nel capoluogo dauno. “Oltre 700 pannelli per un totale di quasi 800m2”, come ha spiegato l’artista sempre nel medesimo post pubblicato che, in realtà, oltre a proporre un’opera di impatto frontale, vuole anche essere una sberla in faccia all’amministrazione di Landella, colpevole di aver svenduto se stessa e la città alla Lega di Salvini.


“CONSEGNO LA CITTA’ NELLE MANI SPACCATE DEI BRACCIANTI”. “Di questa stampa resteranno presto solo pochi brandelli cullati dal vento – si legge ancora nel post – proprio come le parole di questa eterna campagna elettorale. Si dice che ‘alle cose piace succedere’ e, difatti, sono successe. La pioggia prima e il caldo poi ci ha fatto rimandare di un mese i lavori. In questo mese è successo che il sindaco di questa città, la mia città, sia passato in quota Lega Nord e abbia ‘consegnato nelle mani’ del suo capo di partito la suddetta città. La mia città. E allora anche io, che non sono nessuno, consegno questa città nelle mani spaccate di tutti i braccianti, nelle mani protese delle zingare fuori dai supermercati, in quelle delle puttane sfruttate in via Bari e via San Severo, che salutano i conducenti e richiamano le auto, a quelle dei barboni che si sfregano l'un l'altra dal freddo fino a consumarsi per cercare un po' di calore”.


QUESTA TERRA APPARTIENE A CHI L’ACCAREZZA. Una sberla frontale ai leghisti dell’ultima ora, insomma, agli accasati di partito che, in questa campagna elettorale per le regionali, hanno rivelato ai più attenti – ma anche ai meno attenti – la loro reale natura e quanto realmente conti per loro il popolo foggiano. “La consegno in tutte quelle mani che stringono ancora un briciolo di dignità – conclude Tricarico nel post – nella buona o nella cattiva sorte. Perché questa terra appartiene a chi la accarezza e non a chi se ne riempie le tasche per poi tirarla fuori all'occorrenza di comizio in comizio. Grazie infinite ad Intersos per aver creduto in me e nella mia squadra e per aver contribuito alla realizzazione di quest'opera”. Come hashtag, infine, l’artista non poteva sceglierne uno più emblematico: #solobraccia. Un monito, più che un hashtag, affinché i foggiani tornino a ricordare qual è il trattamento riservato ai migranti da queste parti: schiavi delle loro tavole, altro che i criminali invocati dai leghisti.

 

di Redazione 


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