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Trinitapoli, sciolto il consiglio comunale per infiltrazioni mafiose

La decisione adottata dal Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Trinitapoli per infiltrazioni mafiose e il contestuale affidamento della gestione del Comune, per la durata di diciotto mesi, a una commissione straordinaria.

LO SCIOGLIMENTO. Il provvedimento arriva su proposta del ministro dell’interno Luciana Lamorgese, visti gli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata. Nel luglio del 2021 si era insediata la commissione d'accesso pochi mesi dopo l'elezione del nuovo consiglio comunale di centrodestra, guidato dal sindaco di Fratelli d'Italia, Emanuele Losapio, giornalista locale.

I CLAN MAFIOSI E LE INTERDITTIVE. Il territorio di Trinitapoli è interessato dallo scontro tra clan mafiosi “Miccoli-De Rosa-Buonarota” e “Gallone-Carbone”; una guerra sanguinosa che nel 2019 comportò gli omicidi di Pietro De Rosa e Cosimo Carbone. In questi mesi erano giunte due importanti interdittive antimafia di imprese e associazioni operanti in settori sensibili come quello dei rifiuti e della protezione civile.

CASAL TRINITA'. In quest'ultimo caso l'interdittiva antimafia, del luglio del 2020, ha riguardato un'associazione di soccorritori, l'associazione “Casal Trinità”, tuttora presente nell'elenco della protezione civile detenuto dalla Regione Puglia. Il provvedimento è stato confermato di recente dal Consiglio di Stato. L'associazione è legata ad Antonietta De Rosa, sorella di Pietro, come detto ucciso nel 2019, legata secondo gli accertamenti del prefetto non solo da vincoli di parentela ma anche da interessi economici con diversi esponenti di spicco della criminalità organizzata. Il Consiglio di Stato ha sgombrato il campo anche sull'ultimo tentativo di sottrarsi all'interdittiva da parte di “Casal Trinità”. Antonietta De Rosa si era dimessa dalla carica di presidente dell'associazione restando socia e inserendo nel consiglio direttivo, come tesoriera e dunque gestrice dei soldi, la figlia Daniela Gentile. Per i giudici amministrativi ciò non è sufficiente a eliminare i presupposti dell'interdittiva.

RIS SRL. L'altro provvedimento è più recente e si riferisce al febbraio scorso. Si tratta di un'interdittiva antimafia riguardante la Recupero Inerti Speciali srl, amministrata da Raffaele Basanisi. Quest'ultimo, secondo gli accertamenti effettuati dal prefetto Valiante ha rapporti di parentela indiretti e frequentazioni con organi di spicco della criminalità organizzata, in particolare con Michele Buonarota e Michele Straniere, elementi ai vertici del clan “Miccoli-De Rosa-Buonarota”

di Michele Gramazio


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