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Trivellazioni alle Tremiti, c'è anche una petizione per fermare la Petroceltic

È stata lanciata anche una petizione sulla piattaforma change.org per chiedere l’immediato stop alle trivellazioni al largo delle Tremiti, che in poche ore ha superato il migliaio di sostenitori.

L’AUTORIZZAZIONE. Il permesso di prospezione n. 274 rilasciato alla Petroceltic Italia per la ricerca di idrocarburi nell’Adriatico a poco più di 12 miglia dal paradiso naturale delle Tremiti continua ad alimentare polemiche. Il Governo Renzi ha autorizzato lo scorso 22 dicembre la società di proprietà irlandese a eseguire per sei anni, con la tecnica dell’air gun, le indagini sulla presenza di petrolio.

NO DELLA REGIONE PUGLIA. Un provvedimento che ha subito registrato la contrarietà della Regione Puglia con Michele Emiliano, preoccupato per le conseguenze su pesca e turismo, che ha parlato di “follia” e si è detto pronto a “scatenare l’inferno” e con l'assessore all’Ambiente Santorsola che non ha escluso “l’impugnazione del decreto nelle sedi legittime”.

LA DIFESA DEBOLE. La difesa d’ufficio del ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, non ha convinto. L’esponente del governo Renzi ha giudicato la protesta “un polverone pretestuoso e strumentale” visto che “non c’è nessuna trivellazione” e “il permesso di ricerca concesso alla società Petroceltic riguarda soltanto la prospezione geofisica e non prevede alcuna perforazione”. Una dichiarazione che, se da un punto di vista strettamente giuridico, non fa una piega nella sostanza lascia aperta la strada alla società autorizzata. Normale che l’attività di prospezione sia fatta con lo scopo di individuare la presenza di idrocarburi e iniziare l’attività di perforazione.

LA PROTESTA DEI VERDI. In prima linea nella protesta c'è la Federazione dei Verdi che prima, con Angelo Bonelli, ha puntato il dito sull’entità irrisoria dei canoni previsti per l’autorizzazione. L’importo, infatti, è stabilito dalla ormai ventennale legge 625/96 che fissa nelle vecchie 10mila lire il costo a kmq e da anni le associazioni ambientaliste ne chiedono l’adeguamento a 1000 euro per kmq. Il canone vigente, pur rivalutato alla data attuale, è pari a solo € 7,40 per kmq e nel caso della Petroceltic (superficie di 373 kmq) comporta il pagamento di una somma inferiore ai 3mila euro. Il passo successivo, con tra i primi firmatari il nuovo portavoce Giobbe Covatta, è stato il lancio della petizione che chiede lo stop alle trivellazioni per le Tremiti e per l’isola di Pantelleria. L’obiettivo, quasi raggiunto, è quello di ottenere 1500 firme. Si può aderire al link seguente: https://www.change.org/p/federica-guidi-ministro-dello-sviluppo-economico-fermiamo-le-trivellazioni-...

LO STRANO SILENZIO. In tutto questo stride il silenzio degli esponenti nazionali del PD legati al territorio, in particolare dell’europarlamentare Michele Bordo, da sempre in prima linea nella battaglia a difesa delle coste sin dal 2011 quando, ad autorizzare la Petroceltic erano stati i ministri Romano e Prestigiacomo. In quella occasione Bordo aveva parlato di “governo sordo alle proteste istituzionali e civiche” e, di “insano proposito di trasformare l’Adriatico in un campo petrolifero, dove l’inquinamento distruggerà ogni altra forma di economia ambientalmente sostenibili”. Lo scorso dicembre il politico manfredoniano aveva apprezzato la sensibilità del governo sul tema trivellazioni in Adriatico, da allora non si registrano nuove prese di posizione.

di Michele Gramazio


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