“Siamo con la legge, ma non possiamo tollerare questo clima da caccia alle streghe che respiriamo soprattutto intorno agli ipovedenti”. Michele Corcio, presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Foggia, avverte un clima di avvelenamento intorno ai disabili della vista, soprattutto alla luce dei numerosi casi di falsi ciechi sorpresi mentre guidano la macchina, mentre vanno a fare la spesa, mentre camminano tranquilli per le strade. Casi scoperti dalla Guardia di Finanza un po’ in tutta Italia. Gente che per anni ha truffato l’Inps dichiarando una disabilità che in effetti non aveva. Anche perché esiste una differenza tra gli ipovedenti ed i non vedenti.
IPOVISIONE E LEGALITA’ Per questo, nell'ambito di una serie di incontri che l'Unione Italiana Ciechi sta promuovendo in tutta Italia, sul tema attuale come quello dei falsi invalidi civili, anche la sezione locale dell'associazione ha aderito all'invito organizzando, per sabato 15 marzo, dalle ore 9 alle ore 15 presso l'aula incontri e seminari della Clinica oculistica dell'azienda ospedaliero universitaria Ospedali riuniti in viale Luigi Pinto a Foggia, un dibattito dal titolo chiaro: ‘Ipovisione e legalità’. L’incontro, quindi, sarà soprattutto l'occasione per ribadire, col suffragio della scienza e dei moderni ritrovati dell'oftalmologia, che un ipovedente che riesce a conquistarsi un minimo di autonomia non necessariamente dev'essere considerato alla stregua dei truffatori che ingannano lo Stato per farsi attribuire privilegi, talvolta anche economici, di cui non avrebbero diritto.
VITA DI SACRIFICI “Il punto è la corretta applicazione della Legge 138 del 2001, che ha introdotto, tra gli altri, il concetto di ipovisione – aggiunge Corcio - . Per la gente comune, un ipovedente che riesce a utilizzare un telefono o un'apparecchiatura tecnologica rappresenta a tutti gli effetti uno scandalo. Invece gli ipovedenti conducono una vita di grandi sacrifici, retrocedere culturalmente da ogni conquista ottenuta in questi anni sarebbe una sconfitta per tutti. Non solo per noi”. A spiegare meglio le differenze anche dal punto di vista medico, ci pensa Nicola Delle Noci, direttore della Clinica oculistica dell'Università di Foggia: “Mi permetto di dire, con una certa forza, che si tratta di una distinzione di non poco conto poiché esistono molti ipovedenti che, per fortuna, riescono a recarsi al proprio posto di lavoro, magari quando questo è particolarmente vicino, con una discreta autonomia. Oppure che riescono ad attraversare una strada, magari non trafficata, con una certa sicurezza. Ebbene in questi casi non si può gridare allo scandalo, poiché gli ipovedenti, insieme a noi medici, da sempre conducono battaglie per migliorare la propria qualità della vita, per cui quando ci riescono non possono essere tacciati di malafede o, peggio ancora, di aver commesso una frode. Altra cosa sono i truffatori, quelli che non dovrebbero percepire le pensioni di invalidità e invece intascano assegni mensili corrisposti, in buona sostanza, da noi contribuenti. Ecco – conclude Delle Noci – la linea di demarcazione è deve restare abbastanza netta, altrimenti si rischia di generalizzare e di fare un danno a chi veramente conduce una vita di sofferenze e umiliazioni”.
L’ESPERIENZA DI UN IPOVEDENTE ALL'UNIFG All'incontro – dibattito su ‘Ipovisione e legalità’, per approfondire maggiormente il tema, prenderanno parte anche medici legali, avvocati, magistrati, pubblici funzionari e ispettori degli enti pubblici con l'intento di fornire un importante contributo a una discussione che rischia di diventare molto complessa, soprattutto in un clima di maggiore severità fiscale come quello introdotto dagli ultimi governi. Inoltre, sarà fatto il punto sull'impiego degli ipovedenti all'interno degli uffici delle pubbliche amministrazioni. E l'Università di Foggia è stata tra le prime amministrazioni pronte a rivedere il ruolo degli ipovedenti, al punto da affidare al suo dipendente Gaetano Contestabile un ruolo delicatissimo. “Tutti gli ipovedenti che conosco – spiega Gaetano Contestabile, Responsabile dello sviluppo del sistema gestionale della posta elettronica dell'Università di Foggia – sono centralinisti o fisioterapisti, per questo è rarissimo trovare colleghi che si occupano di cose delicate come quelle di cui mi occupo io. Va bene la ricerca dei responsabili di eventuali truffe ai danni dello Stato, ma le conquiste degli ipovedenti non si possono mettere in discussione e quindi non si toccano. Tutti devono sapere che siamo in grado di fare molto altro, anche, come nel mio caso, di occuparci di cose molto complesse. Da questo punto di vista l'Università di Foggia, che mi ha assunto ormai dodici anni fa, ha dimostrato coi fatti di essere uno degli enti pubblici più lungimiranti di tutto il territorio”.