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Ultim'ora: Trovato l'accordo sul Don Uva di Foggia, Potenza e Bisceglie

Usspi e Ugl: "Di meglio non si poteva fare"

E' stata chiusa qualche minuto fa, finalmente, dopo cinque di incontri al Ministero del Lavoro, la vertenza delle strutture ospedaliere del Don Uva. 
Le organizzazioni sindacali e la parte datoriale, alla presenza dei funzionari del Ministero del Lavoro, dr.ssa Natale e dr. Sapio, dopo un'ampia discussione durata piu' di cinque ore hanno siglato l'accordo definitivo per il Don Uva di Foggia, Potenza e Bisceglie.        
Dunque si è trovata una soluzione per i 587 operatori sanitari (per cui era stato inizialmente previsto l'esubero). Ora, con il nuovo accordo, circa la metà di questi (e cioè coloro che possono raggiungere entro 66 mesi il requisito pensionistico) andranno in mobilità con un assegno di accompagnamento alla pensione. Il restante personale resterà invece regolarmente in servizio con un contratto di solidarietà per almeno 24 mesi.                                              
COSA PREVEDE L'ACCORDO :         
A Foggia le persone interessate dalla vertenza sono esattamente 142. Di questi i 72 operatori che alla data del 30 giugno 2013 maturino il requisito pensionistico saranno collocati in mobilità con un contributo dell'Inps di circa 900 euro più l'incentivazione del Don Uva che e' pari a 200 euro più assegni. 
Questo vuol dire che chi sarà collocato in mobilità potrà percepire fino a 1300 euro  al mese. 
I restanti 70 operatori sanitari  invece resteranno in servizio con il contratto di solidarietà sorretto dal contributo che arriverà prevalentemente da tutti gli altri lavoratori della struttura non coinvolti dalla vertenza. Questi ultimi vedranno quindi detratti dal loro stipendio mensile un somma che va dagli 80 ai 120 euro per permettere ai colleghi per cui era previsto il licenziamento di non perdere il posto di lavoro. 
Per coloro che saranno collocati in mobilità e dovranno necessariamente aspettare il contributo dell'Inps sarà anticipato per sei mesi il TFR al 100% nei primi tre mesi e al 50% nei successivi 3 mesi. 
Alcune figure professionali, previo accordo in sede aziendale, potranno essere recuperate e rimesse nelle unità operative  o dove ci sarà necessariamente bisogno di personale.
L'azienda ospedaliera resta comunque in attesa dell'interpello posto al Ministero del Lavoro che dovrà chiarire se gli stessi lavoratori coinvolti dalla vertenza potranno beneficiare della legge Brunetta (in questo caso tutte le 587 unità in esubero andrebbero in mobilità raggiungendo poi la pensione ed evitando anche la solidarietà) o se invece ci si dovrà attenere alla legge Fornero (che, come già detto, r
possibile l'assegno di accompagnamento alla pensione solo per una parte dei lavoratori, secondo quanto definito anche dall'accordo siglato poco fa).  
 
"Non c'era via di uscita, questa era l'unica strada possibile da percorrere - commentano i segretari provinciali del sindacato Usppi, Massimiliano Di Fonso e Massimo Nicastro, ed il segretario aziendale dell'Ugl, Lorenzo Pellecchia (tutti e tre in prima linea nella risoluzione della vertenza) -. In questo modo - continuano - è stato possibile salvare l'ente dal disastro e una parte dei lavoratori dal licenziamento. Siamo convinti che la responsabilità sindacale abbia fatto sì che la vertenza non degenerasse. Siamo inoltre consapevoli che si potevano trarre condizioni di miglior favore per i lavoratori e per l'azienda, ma di meglio non si poteva fare per una vertenza durata più di due anni e mezzo, e che ha visto gravi momenti di tensione con manifestazioni scioperi e blocchi stradali. Auspichiamo - concludono i rappresentanti sindacali - che si possa aprire da domani un  percorso nuovo che metta  nelle condizioni il Don Uva ed i lavoratori di andare verso un futuro più sereno.  
E' stata finalmente chiusa, qualche minuto fa, dopo cinque incontri al Ministero del Lavoro, la vertenza delle strutture ospedaliere del Don Uva.
Le organizzazioni sindacali e la parte datoriale, alla presenza dei funzionari del Ministero del Lavoro, dr.ssa Natale e dr. Sapio, dopo un'ampia discussione durata piu' di cinque ore hanno siglato l'accordo definitivo per il Don Uva di Foggia, Potenza e Bisceglie.       
LA SOLUZIONE SIGLATA PER LE TRE STRUTTURE. Dunque si è trovata una soluzione per i 587 operatori sanitari (per cui era stato inizialmente previsto l'esubero). Ora, con il nuovo accordo, circa la metà di questi (e cioè coloro che possono raggiungere entro 66 mesi il requisito pensionistico) andranno in mobilità con un assegno di accompagnamento alla pensione. Il restante personale resterà invece regolarmente in servizio con un contratto di solidarietà per almeno 24 mesi.                                            
I TERMINI DELL'ACCORDO PER IL DON UVA DI FOGGIA. A Foggia le persone interessate dalla vertenza sono esattamente 142. Di questi i 72 operatori che alla data del 30 giugno 2013 maturino il requisito pensionistico saranno collocati in mobilità con un contributo dell'Inps di circa 900 euro più l'incentivazione del Don Uva che e' pari a 200 euro più assegni. Questo vuol dire che chi sarà collocato in mobilità potrà percepire fino a 1300 euro  al mese.
I restanti 70 operatori sanitari  invece resteranno in servizio con il contratto di solidarietà sorretto dal contributo che arriverà prevalentemente da tutti gli altri lavoratori della struttura non coinvolti dalla vertenza. Questi ultimi vedranno quindi detratti dal loro stipendio mensile un somma che va dagli 80 ai 120 euro per permettere ai colleghi per cui era previsto il licenziamento di non perdere il posto di lavoro. 
Per coloro che saranno collocati in mobilità e dovranno necessariamente aspettare il contributo dell'Inps sarà anticipato per sei mesi il TFR al 100% nei primi tre mesi e al 50% nei successivi 3 mesi. Alcune figure professionali, previo accordo in sede aziendale, potranno essere recuperate e rimesse nelle unità operative  o dove ci sarà necessariamente bisogno di personale.
IL MINISTERO CHIARISCA GLI ULTIMI DUBBI: "LEGGE BRUNETTA O FORNERO?" L'azienda ospedaliera resta comunque in attesa dell'interpello posto al Ministero del Lavoro che dovrà chiarire se gli stessi lavoratori coinvolti dalla vertenza potranno beneficiare della legge Brunetta (in questo caso tutte le 587 unità in esubero andrebbero in mobilità raggiungendo poi la pensione ed evitando anche la solidarietà) o se invece ci si dovrà attenere alla legge Fornero (che, come già detto, rende possibile l'assegno di accompagnamento alla pensione solo per una parte dei lavoratori, secondo quanto definito anche dall'accordo siglato poco fa).  
USSPI E UGL: "DI MEGLIO NON SI POTEVA FARE". "Non c'era via di uscita, questa era l'unica strada possibile da percorrere - commentano i segretari provinciali del sindacato Usppi, Massimiliano Di Fonso e Massimo Nicastro (in foto), ed il segretario aziendale dell'Ugl, Lorenzo Pellecchia (tutti e tre in prima linea nella risoluzione della vertenza) -. In questo modo - continuano - è stato possibile salvare l'ente dal disastro e una parte dei lavoratori dal licenziamento. Siamo convinti che la responsabilità sindacale abbia fatto sì che la vertenza non degenerasse. Siamo inoltre consapevoli che si potevano trarre condizioni di miglior favore per i lavoratori e per l'azienda, ma di meglio non si poteva fare per una vertenza durata più di due anni e mezzo, e che ha visto gravi momenti di tensione con manifestazioni scioperi e blocchi stradali. Auspichiamo - concludono i rappresentanti sindacali - che si possa aprire da domani un  percorso nuovo che metta  nelle condizioni il Don Uva ed i lavoratori di andare verso un futuro più sereno".  

di Redazione 


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