Le imprese pugliesi preferiscono pagare le sanzioni piuttosto che assumere, così come previsto dalla legge 68 del 1999 sul ‘collocamento mirato’, le persone con disabilità. E con il passare degli anni, il fondo delle ammende è cresciuto, fino a toccare quota 4,5 milioni di euro. “Un tesoretto inutilizzato” ha detto Elena Gentile, assessore regionale al Welfare. Ed allora, “queste risorse economiche da un punto di vista morale, etico e politico devono tornare ai disabili”. In che modo? Attraverso un bando che punta a promuovere l’autoimprenditorialità delle persone disabili. Questo l’annuncio che l’assessore Gentile ha fatto davanti alla platea di ragazzi con disabilità ed ai loro familiari intervenuti al convegno conclusivo di ‘Integrare Creando', il progetto promosso dall'associazione Medtraining che, con l'aiuto della tecnologia e degli ausili assistivi per disabili, nei mesi scorsi ha dato vita ai corsi di giornalismo, fotografia digitale e montaggio video
LAVORO COME STRUMENTO DI CRESCITA - Diventare imprenditori di se stessi, magari aprendo un laboratorio di sartoria, di calzolaio, di pasticceria, non è più un sogno impossibile. La Regione Puglia, dunque, entro la fine del mese di ottobre pubblicherà il bando con un’idea ben precisa: sostenere l’occupazione dei soggetti più, fragili, più svantaggiati. “Il lavoro è lo strumento più efficace per costruire reali percorsi di integrazione, perché è occasione di crescita e di sviluppo per l’intera comunità”. Per questo, l’assessorato al Welfare – ha detto la Gentile – sta predisponendo un bando per l’autoimprenditorialità rivolto alle persone con disabilità. La formazione e le esperienze maturate saranno alla base per quanti vorranno scommettere su questa iniziativa. Al momento, - ha aggiunto l’assessore – stiamo ancora studiando alcune valutazione di tipo tecnico, ma il bando sarà pronto entro e non oltre la fine del mese di ottobre”. La Puglia, dunque, punta a “misurare la voglia di protagonismo delle persone con disabilità, con l’idea di far emergere ricchezze, creatività, abilità e intelligenze”.
DA SANZIONE A TESORETTO - A sostenere economicamente il bando, quindi, saranno le ammende pecuniarie che le aziende pugliesi hanno versato come sanzione per non avere assunto dipendenti con disabilità così come previsto dalla legge 68 del 1999. “Abbiamo scoperto – ha rilevato l’assessore Gentile – un tesoretto inutilizzato di 4,5milioni di euro. Le imprese preferiscono pagare le sanzioni piuttosto che assumere personale con disabilità. Ed allora, queste risorse economiche da un punto di vista morale, etico e politico devono tornare ai disabili”.
COSA DICE LA LEGGE - Secondo quanto previsto dalla legge 68/99, l'obbligo di assunzione degli appartenenti alle categorie protette grava sulle aziende pubbliche e private secondo diverse percentuali:
- aziende da 15 a 35 dipendenti: 1 lavoratore disabile;
- da 36 a 50 dipendenti: 2 lavoratori disabili;
- oltre i 50 dipendenti: 7% di lavoratori disabili alle dipendenze.
Le aziende che non rispettano la norma, dunque, devono pagare un’ammenda pecuniaria. E proprio da questo fondo che la Regione Puglia parte per sostenere le idee imprenditoriali di quanti vivono con disabilità motoria, visiva o psichica.