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Una curva con tanta passione, ma senza leader

L'analisi della situazione del tifo foggiano

In politichese si chiama “assenza di leadership”. Nel gergo quotidiano, invece, è semplicemente “anarchia”. Perché quello che è successo ieri allo stadio Piccirillo di Santa Maria Capua Vetere, non è né violenza gratuita né delinquenza. È semplicemente il risultato di una situazione di spaccatura all’interno della tifoseria organizzata rossonera.
LA 'GEOGRAFIA' DEL TIFO. Il fallimento del Foggia, con questo c’entra poco. Gli equilibri del movimento ultras seguono regole differenti rispetto a fidejussioni e pagamenti Irpef. E così, l’ufficioso scioglimento del Regime rossonero (ma ieri era presente lo striscione del Regime 1980), dovuto “all’incidente diplomatico” nella vicenda che coinvolge anche la tifoseria cagliaritana, è solo l’ultimo atto in ordine di tempo di una situazione degenerata da anni.  La prima spaccatura forte si era avuta con il fronte scissionista degli Ultras ’80, che da anni si è trasferito in Curva Nord-gradinata.  Nella geografia del tifo, insieme a Regime e Ultras ’80, l’altro gruppo trainante  è rappresentato dagli Indomabili, forti di una presenza ormai ventennale. In questo momento, però, definire una ‘graduatoria’ è impossibile.
I PALLONI RUBATI. E così, le prime avvisaglie di contrasti si sono registrate nel settore foggiano già prima dell’inizio della gara, con “pezze” prima attaccate e poi fatte spostare, con il contorno di qualche spintone. Per i non curvaioli, erano movimenti quasi impercettibili. E infatti, agli occhi dell’intero stadio Piccirillo non sarebbero stati visibili, se non ci fosse stato l’isolato gesto di un sostenitore rossonero, in una patetica “sceneggiata”, come l’ha definita anche il tecnico del Gladiator.  GUARDA IL VIDEO
Entrare in campo per rubare il pallone prima del fischio d’inizio, oltre a essere un atteggiamento da bulletti, è un atto che somiglia a un segnale: “Qui comandiamo noi”. Si, ma noi chi?. Un gesto così sfrontato, ma altrettanto fanciullesco, non appartiene a nessun codice ultrà o curvaiolo. E l’incapacità di prendere immediatamente posizione, sia da parte dell’arbitro che delle forze dell’ordine e degli stessi calciatori, era dettata proprio da questa incapacità di comprenderne il senso. “Ma davvero se lo sta rubando?” ha commentato in quegli istanti il presidente del Foggia, Davide Pelusi, che ha seguito la partita nel settore ospiti. Sì, se lo stava davvero rubando, tenendo a battesimo l’inizio del nuovo corso rossonero, nonostante l’approccio della società sia legato a una svolta ‘etica’. Pelusi  ha anche provato a far recedere dall’intento quel tifoso, ma la risposta è stata tutt’altro che cordiale.

LE REAZIONI. “Cussì mettete a scuorno na città?”, “Ma voi avit fatt a serie A e facit sti ‘ccos” si sentiva sugli spalti di Santa Maria Capua Vetere. Anche i padroni di casa, sembravano increduli. Ma come, il Foggia, la nobile decaduta, la squadra dei professionisti, viene a rubarsi i palloni qua?.Roba da non crederci. E per non farsi mancare niente, il ‘tifoso ladro’ dopo pochi minuti ha provato il bis. È stato in quel momento che alcuni sostenitori hanno provato a bloccarlo, con l’esito drammatico che conosciamo. Una brutta caduta e la corsa in ospedale, con la temporanea sospensione della partita. In quel momento, la mai impeccabile gestione della situazione: steward locali che si intromettevano con poca discrezione, forze dell’ordine poco incisive e tifoseria organizzata del Gladiator pronta a “partecipare alla festa”, ma bloccata in tempo dal resto della tribuna. Nell’intervallo, nuovo teatrino, con costanti spintoni e capannelli nel settore ospiti, per approfondire la discussione.

MANCA UNA LEADERSHIP. Il “cane sciolto” che provocherà molto probabilmente una multa alla società rossonera, ha potuto agire perché consapevole che nessuno avrebbe avuto il titolo per dirgli qualcosa. Le lotte intestine tra i gruppi e le divisioni hanno ridimensionato l’ennesimo atto d’amore della tifoseria rossonera. La presenza massiccia di foggiani a Santa Maria (e in ogni stadio, questo è certo), non può fare rima con comportamenti del genere. “Sono stati grandi, anche se hanno fatto un po’ casino” ha commentato capitan Agnelli, “Sono dispiaciuto per quanto accaduto, ma nessuno può farsi maestro e queste situazioni accadono ovunque” ha spiegato mister Padalino. La settimana non passerà silenziosa nei vari gruppi di sostenitori foggiani e già domenica si capirà il nuovo equilibrio della Sud: campeggerà ancora lo striscione del Regime o, come sembra, il gruppo si posizionerà nell’anello inferiore della Curva lasciando la parte superiore a nuovi capi?.
Chiaramente, la redazione di Foggia Città Aperta, fedele al suo intento di garantire il dialogo e nell'ottica propositiva, resta a disposizione dei club organizzati e dei vari gruppi per un confronto e per una replica, in modo da poter garantire la sicurezza per le prossime gare e per evitare spiacevoli situazioni come quelle di ieri, che offrono l'ennesimo negativo biglietto da visita per una città, ricca invece di molti volti puliti e sportivi.

di Redazione 


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