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Unifg, il Consiglio di Stato pone fine alla vicenda giudiziaria del Dafne: respinto il ricorso dei quattro professori esclusi 

Il Consiglio di Stato ha definitivamente respinto il ricorso dei professori Matteo Del Nobile, Diego Centonze, Amalia Conte e Carmen Palermo contro La decisione dell'Università di Foggia di creare un nuovo dipartimento – il Dafne (Dipartimento Scienze Agrarie, Alimenti, Risorse Naturali e Ingegneria) e Ambiente) in sostituzione del Safe e di non ammettervi la presenza dei docenti ricorrenti. Secondo i giudizi il provvedimento è stato adottato “dopo aver preso atto del fallimento delle iniziative di conciliazione e di rasserenamento degli animi, come pure di una possibile ricollocazione dei medesimi appellati presso altri dipartimenti” e tale elemento “è un supporto motivazionale adeguato, posto a presidio dell’efficienza e del buon andamento dell’attività accademica, che giustifica l’esercizio del potere organizzatorio nelle forme in cui si è espresso”.

LA SENTENZA. I giudici di secondo grado, dunque, ribaltano la sentenza del Tar Puglia che, in un primo momento, aveva severamente bacchettato le mosse dell'ex rettore Pierpaolo Limone. La vicenda trae origine dalla decisione, nel 2020, su iniziativa di 56 dei 60 professori appartenenti all'originario Safe, di creare un nuovo dipartimento, il Dafne e della successiva decisione del rettore di non ammettervi i restanti quattro. Secondo il Tar, la creazione del Dafne fu “null’altro che una mera riedizione per ridenominazione del vecchio Dipartimento SAFE, posta in essere non per finalità di migliore riorganizzazione o di servizio agli studenti di alcun genere, ma semplicemente allo scopo di ostracizzare i quattro docenti non graditi”. Di tutt'altro avviso i giudici di secondo grado. Secondo il Consiglio di Stato non vi è stato alcun eccesso di potere. Nella sentenza vi è la constatazione che l'università di Foggia “è giunta alla conclusione di non avere alternative, per evitare il riproporsi delle problematiche avutesi in passato, che negare agli appellati l’ingresso nel nuovo dipartimento”. All'interno del Dafne, infatti, sono “confluiti funzionari amministrativi e docenti che avevano manifestato un significativo disagio a collaborare con gli appellati, dunque sarebbe stato illogico e contrario al principio di buon andamento, consentire che si riproponessero le condizioni che avevano generato detta conflittualità”.

I CONTRASTI INTERNI. Si conclude così la 'guerra' interna che ha caratterizzato gli ultimi anni dell'Ateneo foggiano. “Si tratta – commentano dall'Università di Foggia - di un risultato importante che ha dimostrato ancora una volta trasparenza e correttezza, sottolineando la volontà di favorire un sereno clima di crescita per l’intero Ateneo. La sentenza pone definitivamente fine ad una questione che aveva macchiato, ingiustamente, l’immagine dell’Ente”.

di Michele Gramazio


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