Una vittoria mutilata, si sarebbe detto un tempo, quella degli universitari pugliesi. O, quanto meno, amara. Dopo la forte riduzione dell’anno passato, quest’anno gli studenti pugliesi vedranno soddisfatti il loro diritto a percepire la borsa di studio per il 92% degli idonei. Un numero ben superiore al 54% scorso, ma reso tale anche e soprattutto dall’aumento della tassa regionale per il diritto allo studio, passata da 77,47 € a 140 €, di fatto raddoppiata, per mano di un decreto ministeriale del Governo Monti.
LA BUONA NOTIZIA. Sono 12.421 gli studenti che prenderanno la borsa, su 13.503: un buon numero, che il Link e altri gruppi studenteschi che sono scesi in piazza possono anche attribuire al loro operato, esito di una serie di mesi caldi che, per la verità, hanno avuto inizio sin dalla prima stagione dell’ultimo Governo Berlusconi. Ad agevolare la situazione, va detto, anche l’attenuazione della politica dei tagli messa in opera dalla Regione, la quale ha incrementato il fondo stanziando 9 milioni di euro, di cui 4 solo all’ente A.Di.S.U., che di fatto assegna le borse di studio. A questi soldi, vanno aggiunti quelli del Miur, intorno ai 12 milioni di euro. A beneficiarne di più, sarà proprio l’ateneo di Foggia, insieme con quello di Taranto: i due poli universitari che vedranno soddisfatte le intere graduatorie di idonei, con il 100% delle borse di studio assegnate.
LA CATTIVA NOTIZIA. L’aumento però della tassa universitaria non è cosa da poco e lo stesso scarto tra iscritti con basso reddito e iscritti con reddito più alto è pari a 40 euro: scelta quanto mai impari, almeno secondo il comunicato diramato dal Link. Dal prossimo anno accademico infatti, la tassa sarà rimodulata secondo tre fasce di reddito: la più bassa è fissata in 120 € (studenti con condizione economica non superiore al livello di reddito per accedere alla borsa di studio che al momento è 17.000€ di ISEEU), le altre due invece sono fissate in 140 € e 160 € per coloro che presentano un ISEE rispettivamente superiore al livello minimo e al doppio del livello minimo. Un sistema nazionale iniquo, secondo il Link, con un “diritto allo studio finanziato per la maggior parte dagli studenti tramite una tassa pro-capite così elevata”.