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Unifg, volano stracci fra i canditati rettore. Curtotti rinfaccia (pubblicamente) a Lo Muzio un accordo tradito

Corsa a due dopo il passo indietro degli altri contendenti a favore del medico

Che sorpresa! Avevamo un accordo siglato alla presenza del professor Margaglione molte settimane fa. Mercoledì sera era a casa mia per concordare il comunicato. Poi di colpo con la scusa di una madre ricoverata, non ha risposto al telefono per due giorni. Si parla di concordanza di idee… accipicchia. Devo sforzarmi per cercarla. E siamo ricercatori! Dovremmo avere onestà intellettuale e rispetto per chi ci legge. Il professor Lo Muzio avrebbe potuto uscire dal disagio, semplicemente alzando il telefono e scusandosi. Avrei capito. Ma soprattutto avrebbe potuto offrirmi un vicariato, come un accordo richiederebbe. Tutto si può fare ma con onore e rispetto. Mi piacerà ascoltare ciò che il professore Lo Muzio avrà da dirmi quando acquisterà il coraggio di confrontarsi con me. Non credo che arriverà”.

LA REAZIONE. È una dichiarazione al vetriolo quella che Donatella Curtotti, direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza, ha voluto pubblicamente inviare al suo contendente alla carica di rettore, Lorenzo Lo Muzio, dopo che nei confronti di quest’ultimo è giunto il sostegno di tutti gli altri precedenti candidati: Gaetano Serviddio, Milena Sinigaglia e Sebastiano Valerio. Tutti ‘contro’ Curtotti e la professoressa originaria di San Severo non le ha mandate a dire.

LO SCAMBIO DI MAIL. Le caselle mail della comunità universitaria hanno continuato a ricevere messaggi nel pomeriggio di ieri – 17 marzo. Uno dietro l’altro Milena Sinigaglia dell’area di Agraria, Sebastiano Valerio del Dipartimento Umanistico e Gaetano Serviddio, altro candidato di medicina hanno annunciato il loro passo indietro chiedendo ai loro elettori di sostenere Lorenzo Lo Muzio in occasione del secondo turno di votazioni per l’elezione del rettore in programma il 23 marzo. Per Donatella Curtotti, in testa dopo la prima votazione con 139 preferenze, uno smacco in piena regola tanto da farla sbottare.

LA RISPOSTA PICCATA.Non si pensa al bene dell’università di Foggia e al rispetto del corpo elettorale che vede 139 voti disattesi e una graduatoria stravolta” ha evidenziato Curtotti “ma a protagonismì e ripicche. Questa università” ha tuonato la professoressa di Diritto processuale penale “è ancora ancorata a vecchie logiche. Ma tant'è. Mi spiace per le 139 persone che hanno creduto di poter cambiare le cose e di volere soprattutto una università etica. Perché andavano cambiate.... Non si può. Inutile. Non si può, sino a che non arriverà una nuova generazione di ricercatori”.

LA PLATEA DI STUDENTI. Un attacco frontale che ha voluto condividere con la platea di oltre 12mila studenti iscritti all’Ateneo Dauno a cui si è rivolta direttamente: “Ai giovani, dico di non imparare da questo perché non si vive così. Tutto si può fare ma con onore e rispetto. Mi piacerà ascoltare ciò che il professor Lo Muzio avrà da dirmi quando acquisterà il coraggio di confrontarsi con me.Non credo che arriverà. Gli uomini si vedono dalla forza del confronto e del rispetto”.

LA BRUTTA IMMAGINE. La resa, insomma, in una elezione che, a questo punto, salvo clamorose sorprese si risolverà nella prossima votazione del 23 marzo a favore di Lo Muzio, è avvenuta senza onore alle armi. Nella disputa, tuttavia, a uscire con le ossa rotte è proprio l’immagine dell’università di Foggia su cui aleggia l’ombra di votazioni condizionate più da accordi pilotati, come quello pubblicamente ammesso da Donatella Curtotti, che da una sana dialettica di opinioni. Lorenzo Lomuzio, intanto, già sfidante di Pierpaolo Limone nella precedente tornata elettorale, ha cercato di gettare acqua sul fuoco con un’ulteriore mail inviata alla comunità scolastica. Il medico odontoiatra ha ringraziato gli altri contendenti per il sostegno alla candidatura considerandolo un “chiaro segnale per un governo forte e coeso per i prossimi sei anni” e ritenendo “l’intesa raggiunta come la migliore sintesi possibile tra le diverse aree scientifiche e anime dell’Ateneo”. Il candidato favorito ha poi parlato di “unità e collaborazione” e di “clima di fiducia e di ritrovata serenità” all’interno dell’università. Non proprio una sintesi corretta di ciò che emerge dai contrasti di questi giorni.

di Michele Gramazio


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