Stampa questa pagina

Usura ed estorsioni, quattro arresti a Foggia nel blitz di polizia "Settimo Papiro"

Accertati tassi d'interesse usurari fino al 700%

Taglieggiato per anni e costretto a "chiudere bottega" e a trasferirsi altrove. In un momento di sconforto un imprenditore foggiano stretto nel cappio dell'usura aveva anche tentato il suicidio. Poi, salvato per miracolo dall'avvelenamento per barbiturici, ha deciso di denunciare tutto alla polizia. Da questo episodio eclatante è scaturito il blitz antimafia "Settimo Papiro" portato a compimento all'alba di oggi dal personale della squadra mobile di Foggia e dalla Guardia di Finanza di Bari, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
IL "SETTIMO PAPIRO". Questa mattina sono stati eseguiti, a Foggia, quattro provvedimenti restrittivi in carcere, emessi dal Tribunale di Bari e dalla Procura di Foggia, per i reati di estorsione, tentata estorsione ed usura con l’aggravante della modalità mafiosa a carico di altrettanti soggetti foggiani, tutti pregiudicati. Si tratta dei cugini Luigi e Michele Carella, di 52 e 71 anni, di Massimiliano Cassitti e di Cesare Antoniello, rispettivamente di 38 e 53 anni. Alcuni di questi già coinvolti in passato in altre operazioni di polizia - Antonello e Michele Carella risultano coinvolti nell'operazione “Baccus” per la quale erano detenuti agli arresti domiciliari, mentre Cassitti era ai domiciliari a seguito dell’operazione “Filigrana”, entrambe coordinate dalla DDA di Bari - e ritenuti dagli inquirenti vicini agli ambienti della "Società", ovvero la mafia foggiana. A dare il nome all'operazione è appunto il Papiro, o meglio il "papiello", il registro dove si registrano le somme mensili da versare alla criminalità per la restituzione di prestiti usurai o per il pizzo. Settimo perchè riguarda la settima operazione relativa ai reati di usura ed estorsione nell'ultimo anno e mezzo.
GUARDA IL VIDEO DEL BLITZ
TASSI USURARI FINO AL 700%. Secondo quanto accertato nel corso delle indagini, la vittima denunciante avrebbe dovuto restituire somme di denaro, prese in prestito per sopperire a momentanee difficoltà economiche attraversate dalla sua impresa, maggiorate da tassi di interesse variabili dal 250% al 700%. Percentuali che appaiono esorbitanti anche per dei tassi usurari e tali da trasformare debiti di media entità (dai 20mila agli 80mila euro, ma reiterati nel tempo) in cifre spropositate e impossibili da sostenere, addirittura superiori al milione e mezzo di euro. Così, per far fronte ai debiti sempre più stringenti e accompagnati da minacce e intimidazioni di sorta, la vittima si è vista costretta a ricorrere a più aguzzini, aumentando a dismisura il proprio debito. Come in un gioco di scatole cinesi.
FOGGIA CITTA' A RISCHIO?. Diretto come pochi, a margine della conferenza, è il procuratore antimafia Pasquale Drago, nuovamente a Foggia, dopo il vertice interforze convocato la scorsa settimana dal prefetto Luisa Latella. “L’attenzione sul fenomeno dell’usura e delle estorsione ai danni di imprenditori e commercianti è massima, perché si tratta di una forma, organizzata o no, di crimine che incide in modo pesante e determinante sull’economia locale”, spiega Drago. “La DDA è impegnata in prima linea nei confronti di questo fenomeno pericolosissimo: Foggia ha risorse ed aspirazioni imprenditoriali ed economiche importanti e legittime, che devono essere incoraggiate. In questo momento, però, risulta una città a rischio. Compito della magistratura e delle forze dell’ordine è evitare che questo rischio diventi concreto, altrimenti qui finiamo come la Campania - conclude - preda di organizzazioni di tipo camorristico. Ecco il nostro impegno”. E come primo atto concreto, a completamento dell'operazione di polizia, la Guardia di Finanza di Bari ha indagato sul tenore di vita degli arrestati sequestrando beni immobili (appartamenti e box) e piccole attività commerciali e quote societarie per un valore di 700mila euro.

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload