C'è anche l'interrogazione parlamentare dell'onorevole Lello Di Gioia (PSI) sulla vertenza lanciata questa mattina dal sindaco di Foggia, Franco Landella, riguardo al possibile provvedimento in casa Trenitalia di chiusura del deposito locomotive della stazione ferroviaria del capoluogo dauno con un conseguente trasferimento del servizio a Bari.
Solo qualche ora fa Landella aveva scritto al ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ivan Scalfarotto, ai parlamentari foggiani Michele Bordo, Angelo Cera, Colomba Mongiello, Arcangelo Sannicandro, Lucio Tarquinio, e allo stesso Lello Di Gioia, esprimendo "stupore e rammarico nell'apprendere dell'intenzione di Trenitalia, attraverso il Piano industriale 2014-2017, di chiudere e trasferire a Bari l'impianto di Manutenzione Corrente della stazione di Foggia (deposito locomotive), che ancora oggi rappresenta uno degli snodi ferroviari più importanti non solo del Mezzogiorno, ma dell'intero Paese. Una notizia che, se confermata, - sottolinea il primo cittadino nella missiva istituzionale - andrebbe a mortificare Foggia e la Capitanata, ma anche i numerosi lavoratori che nel corso degli ultimi anni hanno superato gli standard produttivi previsti. Come Lei ben sa - Landella al ministro - la provincia di Foggia sconta un grave ritardo da un punto di vista infrastrutturale. Un vuoto che non consente al nostro territorio di sviluppare le proprie potenzialità, creando notevoli difficoltà alle aziende già presenti e non consentendo ad altre realtà produttive di investire in provincia di Foggia. Per questo motivo Le chiedo - conclude, così, Landella, la sua segnalazione al ministro - di scongiurare la chiusura dell'impianto di Manutenzione Corrente della stazione di Foggia, che potrebbe avere conseguenze negative sulla linea ferroviaria e sui lavoratori di Capitanata, ed al contempo di accelerare l'iter per il raddoppio del binario sulla linea Lesina-Termoli".
La vicenda dell'impianto Imc di Trenitalia della stazione di Foggia e del suo possibile trasferimento a Bari inizia a farsi calda. Oltre alla lettera di Landella (che ne ha approfittato anche per esortare a rivedere il declassamento dell'aeroporto Gino Lisa e per dare nuovo impulso al rilascio della V.i.a. per l'allungamento della pista) sul tavolo del Ministro Lupi c'è anche il testo dell'interrogazione parlamentare dell'onorevole Di Gioia, presentata in settimana.
Secondo Di Gioia, la decisione di Trenitalia non rispetta gli accordi sottoscritti per questo è necessario "Attivarsi - recita il testo dell'interrogazione - per promuovere un apposito tavolo di confronto con l'azienda affinché si tenga conto degli accordi firmati e vi sia un'analisi più attenta sulle scelte che si vorrebbero fare e che risulterebbero fallimentari, sia dal punto di vista produttivo che di costi". "Tutto ciò – spiega il deputato al ministro – accade, quindi, nonostante gli incontri di relazioni industriali con Trenitalia spa finalizzati alla definizione di una nuova organizzazione del lavoro, per arrivare in maniera competitiva alla scadenza del 31 dicembre 2015, data in cui scadranno le gare per lʼassegnazione del nuovo contratto di servizio per il Trasporto Pubblico Ferroviario della Regione Puglia".
Di Gioia, così come Landella, rimarca, inoltre, i sacrifici dei lavoratori che "lo scorso 21 ottobre sono stati oggetto di un accordo sottoscritto tra organizzazioni sindacali e azienda che prevede per loro sacrifici e privazioni salariali, rinunciando all'estensione manutentiva pur di aumentare la produttività pro-capite".
In definitiva, secondo Di Gioia, una scelta simile sarebbe "un altro colpo negativo per l'economia della provincia di Foggia e della Capitanata, che continua a subire scelte che rischiano di annullare il ruolo strategico che, sino ad ora, ha avuto nella mobilità ferroviaria dell'Italia meridionale. Non si può dimenticare, infatti, - sottolinea Di Gioia- che già Trenitalia aveva deciso di chiudere il Sanitario a Foggia che eseguiva le visite del personale del settore Trasporti, anche del Molise e della Basilicata, e il Magazzino di Cervaro che è stato chiuso e abbandonato. L’eventuale decisione in materia rappresenterebbe un ulteriore colpo all'economia di un territorio che già soffre enormemente per la mancanza di un efficiente sistema infrastrutturale e che deve sopportare, al contrario, ulteriori sottrazioni e privazioni", conclude Di Gioia.
C'è anche l'interrogazione parlamentare dell'onorevole Lello Di Gioia (PSI) sulla vertenza lanciata questa mattina dal sindaco di Foggia, Franco Landella, riguardo al possibile provvedimento in casa Trenitalia di chiusura del deposito locomotive della stazione ferroviaria del capoluogo dauno con il trasferimento del servizio a Bari.
IMC TRENITALIA, LA LETTERA DI LANDELLA AL MINISTRO LUPI. Solo qualche ora fa Landella aveva scritto al ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ivan Scalfarotto, ai parlamentari foggiani Michele Bordo, Angelo Cera, Colomba Mongiello, Arcangelo Sannicandro, Lucio Tarquinio, e allo stesso Lello Di Gioia, esprimendo "stupore e rammarico nell'apprendere dell'intenzione di Trenitalia, attraverso il Piano industriale 2014-2017, di chiudere e trasferire a Bari l'impianto di Manutenzione Corrente della stazione di Foggia (deposito locomotive), che ancora oggi rappresenta uno degli snodi ferroviari più importanti non solo del Mezzogiorno, ma dell'intero Paese. Una notizia che, se confermata, - sottolinea il primo cittadino nella missiva istituzionale - andrebbe a mortificare Foggia e la Capitanata, ma anche i numerosi lavoratori che nel corso degli ultimi anni hanno superato gli standard produttivi previsti. Come Lei ben sa - Landella al ministro - la provincia di Foggia sconta un grave ritardo da un punto di vista infrastrutturale. Un vuoto che non consente al nostro territorio di sviluppare le proprie potenzialità, creando notevoli difficoltà alle aziende già presenti e non consentendo ad altre realtà produttive di investire in provincia di Foggia. Per questo motivo Le chiedo - conclude, così, Landella, la sua segnalazione al ministro - di scongiurare la chiusura dell'impianto di Manutenzione Corrente della stazione di Foggia, che potrebbe avere conseguenze negative sulla linea ferroviaria e sui lavoratori di Capitanata, ed al contempo di accelerare l'iter per il raddoppio del binario sulla linea Lesina-Termoli".
DI GIOIA: "TRENITALIA RISPETTI GLI ACCORDI". La vicenda dell'impianto Imc di Trenitalia della stazione di Foggia e del suo possibile trasferimento a Bari inizia a farsi calda. Oltre alla lettera di Landella (che ne ha approfittato anche per esortare a rivedere il declassamento dell'aeroporto Gino Lisa e per dare nuovo impulso al rilascio della V.i.a. per l'allungamento della pista) sul tavolo del Ministro Lupi c'è anche il testo dell'interrogazione parlamentare dell'onorevole Di Gioia, presentata in settimana.
Secondo Di Gioia, la decisione di Trenitalia non rispetta gli accordi sottoscritti per questo è necessario "attivarsi - recita il testo dell'interrogazione - per promuovere un apposito tavolo di confronto con l'azienda affinché si tenga conto degli accordi firmati e vi sia un'analisi più attenta sulle scelte che si vorrebbero fare e che risulterebbero fallimentari, sia dal punto di vista produttivo che di costi". "Tutto ciò – spiega il deputato al ministro – accade, quindi, nonostante gli incontri di relazioni industriali con Trenitalia Spa finalizzati alla definizione di una nuova organizzazione del lavoro, per arrivare in maniera competitiva alla scadenza del 31 dicembre 2015, data in cui scadranno le gare per lʼassegnazione del nuovo contratto di servizio per il Trasporto Pubblico Ferroviario della Regione Puglia".
"IL SACRIFICIO DEI LAVORATORI E I CONTINUI COLPI ALLA CAPITANATA". Di Gioia, così come Landella, rimarca, inoltre, i sacrifici dei lavoratori che "lo scorso 21 ottobre sono stati oggetto di un accordo sottoscritto tra organizzazioni sindacali e azienda che prevede per loro sacrifici e privazioni salariali, rinunciando all'estensione manutentiva pur di aumentare la produttività pro-capite". In definitiva, secondo Di Gioia, una scelta simile sarebbe "un altro colpo negativo per l'economia della provincia di Foggia e della Capitanata, che continua a subire scelte che rischiano di annullare il ruolo strategico che, sino ad ora, ha avuto nella mobilità ferroviaria dell'Italia meridionale. Non si può dimenticare, infatti, - sottolinea Di Gioia- che già Trenitalia aveva deciso di chiudere il Sanitario a Foggia che eseguiva le visite del personale del settore Trasporti, anche del Molise e della Basilicata, e il Magazzino di Cervaro che è stato chiuso e abbandonato. L’eventuale decisione in materia rappresenterebbe un ulteriore colpo all'economia di un territorio che già soffre enormemente per la mancanza di un efficiente sistema infrastrutturale e che deve sopportare, al contrario, ulteriori sottrazioni e privazioni", conclude Di Gioia.