Stampa questa pagina

Viaggio nella Foggia del passato: tra vasi, anfore e statue le farmacie di Valentini e Della Martora

A cura di Ettore Braglia

In corso Cairoli a Foggia, un tempo, c’era l’antica farmacia Valentini. È un magnifico vanto per una famiglia di professionisti, quello di aver mantenuta salda, per così lungo tempo, la tradizione di un esercizio, sempre noto in città e provincia, per la proverbiale scrupolosa onestà nell’adempimento dei delicati doveri che l’esercizio stesso imponeva. Il dottor Domenico Valentini, geloso custode dei sacri ricordi famigliari e figlio devotissimo di questa città, spinto da nobili sentimenti, alcuni anni fa forse presago della sua immatura fine, per la Casa Editrice Alfieri e Lacroix di Milano volle far conoscere ai concittadini, a mezzo di una interessante e illustrata monografia, le origini della propria farmacia. 

I CINQUE TITOLARI. Riportato il nome del trisavolo Don Vincenzo Valentini che l’apriva al pubblico il 7 giugno 1765, essa passava al bisavolo Don Giovanni che gli succedeva il 17 novembre 1810; poi al nonno Don Domenico il 14 settembre 1836; al padre, il sempre stimato e valoroso chimico, mai abbastanza compianto Prof. Antonio il 10 Mmggio 1899; per arrivare, infine, a Mimì che il 12 aprile 1920 ne prese la direzione. Cinque titolari di un'azienda da sempre accorsatissima, succeduti di padre in figlio. Notizie sulla detta farmacia si trovano nella voluminosa opera del Dott. Carlo Pedrazzini, La farmacia storica ed artistica italiana (ediz. Vittoria di Guido Giarrocca, Milano 1934). In essa, ai dati illustrativi si unisce la riproduzione di alcuni vasi artistici e anfore, come pure di un orologio a muro che recava la data del 1765, ma la cui costruzione doveva essere di anni prima. La pubblicazione è arricchita ancora da interessanti foto, tra le quali quelle di cinque diplomi di laurea rilasciati dall’Università di Napoli. 

TRA VASI E STATUE. Di un’altra antica farmacia, sebbene meno nota, si poteva vantare la città: quella del Dott. Augusto della Martora, sita nel corso Vittorio Emanuele II, attigua all’altrettanto noto negozio di elettrodomestici della Ditta Scarimboli. Dotata di due ampi ingressi forniti di un artistico portale in legno e di due altrettanto pregevoli vetrine con ai lati quattro maestosi e preziosi vasi di maiolica di Sevrez, sfoggiava una simmetrica scaffalatura, vero gioiello di legno intarsiato, le cui scansie accoglievano artistici vasi e vasetti delle più rinomate fabbriche di ceramiche. L’attrattiva maggiore di tutto il complesso era rappresentata da una statua in grandezza naturale sita al centro della vasta sala di vendita del dio Mercurio che reggeva un grandioso e artistico lampadario a gas in bronzo dorato; di sera l’effetto era sorprendente e lo sarebbe stato lo stesso oggi malgrado tutte le complicate novità, se la morte del proprietario, senza eredi, non avesse fatto chiudere i battenti. La statua fu donata al Comune di Foggia, collocata nella Villa Comunale fu distrutta dai bombardamenti del '43.
A cura di Ettore Braglia

Contenuto sponsorizzato

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload