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Vieste, associazione a delinquere, assegni clonati e truffa su capi di bestiame

Tre arrestati, due in carcere e uno ai domiciliari

Con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, ricettazione, falso materiale in titoli di credito e sostituzione di persona, i carabinieri del comando provinciale di Foggia hanno eseguito  tre ordinanze di custodia cautelare (due in carcere ed una agli arresti domiciliari) nei confronti di tre viestani - Giuseppe e Gennaro Cariglia, entrambi allevatori rispettivamente di 57 e 34 anni e  Giovanni Maura, autotrasportatore di Monterotondo di 53 anni, agli arresti domiciliari) - tutti già noti alle forze di polizia.
LE INDAGINI, coordinate dalla Procura di Foggia, hanno avuto inizio nell’aprile 2012, quando il titolare di un’azienda agricola zootecnica di Accumoli (RI), denunciava di aver subito una truffa a seguito della vendita di capi di bestiame per un valore di 37.000 euro. Secondo il denunciante tre soggetti, presentatisi presso la sua attività come titolari di un’azienda agricola con sede in Benevento, avevano acquistato 30 capi di bestiame pagando con un assegno circolare risultato “bloccato”. La tempestiva attività posta in essere dai militari, consentiva di rintracciare gli animali oggetto della truffa in località “Palude Mezzane” di Vieste, in un recinto dell’azienda zootecnica condotta da Gennaro Cariglia dove, dopo la verifica del sistema di registrazione “auricolare” dei bovini, si procedeva alla restituzione degli stessi al denunciante. Il prosieguo delle indagini consentiva di individuare nei due Cariglia gli autori della truffa posta in essere insieme al complice, l’autotrasportatore che aveva provveduto a trasportare il bestiame a Vieste con il suo camion.
L’ASSEGNO “CLONATO”. A seguito di approfondimento investigativo è emerso che i due allevatori  avevano materialmente “clonato” un assegno bancario di traenza, facente parte di un carnet di assegni denunciato smarrito e riconducibile ad un conto corrente aperto presso la banca Unicredit di Vieste, trasformandolo, in un assegno circolare emesso dal citato istituto di credito in favore di un’azienda agricola sita nel comune di Circello, nel Beneventano, di cui i due indagati, al momento dell’acquisto del bestiame, avevano falsamente affermato di essere i titolari. Le perquisizioni effettuate nelle abitazioni e le aziende agricole dei due ha permesso di rinvenire, inoltre, documentazione attestante pregresse attività di compravendita di animali tra gli allevatori viestani e l’azienda agricola beneventana; per tale ragione, i due indagati, essendo a conoscenza del codice aziendale e della partita IVA di quell’azienda, li utilizzavano al momento dell’acquisto del bestiame, facendoli apporre sulla fattura di vendita, fingendosi i titolari.

IL PRECEDENTE. Ulteriori accertamenti consentivano di smascherare un’altra truffa posta in essere dai tre indagati nel mese di febbraio 2012, ai danni di un’azienda agricola di Città della Pieve (PG), dove i predetti, seguendo un copione ormai collaudato, si presentavano quali titolari di un’azienda di Torino di Sangro (CH), acquistando 23 capi di bestiame, per un importo di 22.000 euro, che pagavano con tre assegni circolari postali risultati successivamente non esigibili, in quanto clonati. I tre titoli di credito erano stati emessi dall’ufficio postale di Vieste nel mese di gennaio 2012 in favore dell’azienda agricola di Città della Pieve, su richiesta di un correntista viestano, anch’egli indagato nello stesso procedimento penale, che nello stesso giorno dell’emissione ne chiedeva il rimborso, permettendo in tale lasso di tempo di clonare i tre assegni.

In passato i Cariglia avevano avuto rapporti commerciali anche con l’azienda agricola di Torino di Sangro, ed anche di quella al momento della truffa si erano finti titolari utilizzandone codici aziendali e fornendo il timbro dell’azienda apposto sulle fatture emesse dalla vittima.

di Redazione 


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