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Vieste, sequestrati beni per 10milioni di euro al clan Notarangelo

Operazione dei militari dell'Arma e del Gico di Bari

Dieci milioni di euro. A tanto ammonta il sequestro preventivo di bene eseguito questa mattina, a Vieste, dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Bari unitamente ai carabinieri del comando compagnia di Vico del Gargano e della tenenza di Vieste. Si tratta di beni mobili, immobili, disponibilità finanziarie e compendi aziendali, una misura patrimoniale eseguita nei confronti di Angelo Notarangelo, detto “Cintaridd”, presunto capo dell’omonimo clan operante nel territorio di Vieste.
I PROVVEDIMENTI sono stati disposti dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta dei pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia, Giuseppe Gatti e Luciana Silvestris, a seguito di complesse indagini patrimoniali in applicazione della normativa antimafia che permette di “aggredire” i patrimoni riconducibili – direttamente o  indirettamente (tramite familiari e/o interposte persone) – ai soggetti indagati per determinate tipologie di reati (traffico di sostanze stupefacenti, usura, estorsione, riciclaggio ecc.). Il soggetto colpito dalla misura cautelare patrimoniale è stato coinvolto nell’operazione “I tre moschettieri”, condotta dalla compagnia dei carabinieri di Vico del Gargano e conclusasi il 19 luglio scorso con l’arresto dello stesso Notarangelo, unitamente ad altri tre accoliti del citato gruppo criminoso, per estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso ai danni di due imprenditori viestani, titolari di un ristorante e di un villaggio turistico, i quali erano stati costretti a versare nelle mani degli aguzzini tangenti pari a circa 1.000,00 euro al mese.
IL SEQUESTRO. Al fine di assicurare un’efficace azione di aggressione ai sodalizi criminali, parallelamente alle indagini condotte dai carabinieri, sono state avviate, dagli investigatori del G.I.C.O. del Nucleo Polizia Tributaria Bari, complesse indagini patrimoniali volte alla sottrazione dei patrimoni illecitamente accumulati dalla consorteria indagata. Le indagini poste in essere dalla Guardia di Finanza hanno consentito di accertare enormi sproporzioni fra le fonti di reddito dell’indagato ed il cospicuo valore dei beni mobili ed immobili nell’effettiva disponibilità dello stesso. E’ stata, infatti, accertato a fronte di esigue dichiarazioni dei redditi, nel quinquennio 2005 – 2010, che la famiglia Notarangelo ha avuto la disponibilità finanziaria su conti correnti bancari pari a circa 2milioni di euro, a cui va aggiunto il cospicuo valore dei beni mobili ed immobili posti sotto sequestro. Tra i beni sottoposti a sequestro preventivo si annoverano 8 immobili, tra i quali molti di prestigio, a Vieste, un’azienda con sede in Viste operante nel settore del commercio di autovetture e di autoveicoli leggeri, il 50% delle quote di una società in nome collettivo operante nel settore dei bar e caffè, sempre con sede in Vieste, un autoveicolo e un motociclo.

di Redazione 


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